Una sfida con le carte mischiate

Una sfida con le carte mischiate

Il caso è il solo sovrano legittimo dell'universo. Lo scrisse Honorè de Balzac ma potrebbero sottoscriverlo Gattuso e Spalletti che si avviano al derby che può decidere la corsa Champions tra speranze intatte e aspettative ingigantite. Già perché il derby di stasera era in programma quella maledetta domenica del 4 marzo, quando da Udine piombò sui nostri cuori lo tsunami emotivo della morte di Davide Astori. Allora il Milan era reduce dalla qualificazione nella finale di coppa Italia contro la Lazio scandita però dalla fatica dei supplementari. Era quasi in riserva di energie fisiche e nervose pur ringalluzzito dalla conquista inattesa. Seguirono giorni di riposo forzato che non produssero un soprassalto di vitamine. Contro l'Arsenal, a San Siro, la resa fu così evidente da passare quasi come inevitabile superiorità tecnica e fisica degli inglesi.

Anche l'Inter, a quel tempo, non se la passava bene. Aveva appena liquidato l'opposizione del Benevento, padrone del gioco e del campo e si avviava verso un tunnel del quale ha rivisto la luce poco prima della sosta, a Genova. Come sarebbe finito un mese fa questo stesso derby? Nunca sabe risponderebbero gli spagnoli. Adesso invece sappiamo come arrivano Milan e Inter all'appuntamento. Gattuso è entrato nella circolazione sanguigna del team, ha scelto di spedire Montolivo alla stazione centrale del centrocampo e deciso di fare a meno di Cutrone che deve arricchire il patrimonio tecnico. Questo Milan non ancora maggiorenne ha fatto mostra del suo gioco dinanzi alla scombinata Juve ma si è arreso a 15-20' dalla fine a dimostrazione (è già successo a Londra nel ritorno con l'Arsenal) che quando perde fiducia e bussola può andare incontro a rovesci pesanti. Anche l'Inter non è più quella fischiata con il Benevento. Ha maltrattato la Samp, disposto con l'aiuto di una raccattapalle del Verona e migliorato la fattura complessiva grazie alle vitamine di Brozovic e Gagliardini a metà campo e l'arrivo di Rafinha che ha vivacizzato l'attacco grazie al fine letargo di Perisic. Perciò sarà un altro derby, un mese dopo lo stramaledetto 4 marzo.

E orienterà il finale di stagione senza equivoci di sorta. Perché con la distanza attuale (8 punti), soltanto un successo del Milan può riaprire l'iscrizione alla Champions. Tutto il resto diventerà patrimonio dell'Inter.

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