"Sfida dell'anno? Speriamo di no"

CHampions League. Buffon: "Dopo Juve-Borussia, vorrei farne tante altre". Allegri: "Non è una finale, andrebbero bene anche due pari"

"Sfida dell'anno? Speriamo di no"

Torino - E se il Borussia Dortmund portasse fortuna? La Juventus se lo augura, ché in questi casi serve tutto. Perché è vero che i tedeschi sono tornati a fare un po' paura viste le tre vittorie in fila conquistate in Bundesliga, ma a volte anche un po' di scaramanzia aiuta a pensare positivo. Vale allora forse la pena ricordare come ogni volta che i bianconeri hanno incrociato i gialloneri, o si trovavano già all'atto conclusivo di una competizione europea o ci sono arrivati dopo averli eliminati. Non male, in effetti: nel 1993 la Signora vinse la Coppa Uefa battendo in finale proprio il Dortmund, due anni dopo buttò fuori il Borussia in semifinale aggiudicandosi nuovamente il trofeo nel derby italiano contro il Parma. E nella stagione 1995-96 i bianconeri incrociarono gli stessi gialloneri nella fase a gironi di coppa Campioni, arrivando poi al trionfo finale contro l'Ajax nella finalissima di Roma. Borussia-Juventus, infine, è stata la finale della Champions nel 1997: in quel caso ebbero però la meglio i tedeschi, vincitori 3-1 a Monaco di Baviera.

Una specie di talismano da trattare con cura, ecco. Cominciando stasera e sapendo che anche un pareggio senza gol non farebbe disperare Allegri, «perché si può passare il turno anche facendo 0-0 a Torino e 1-1 a casa loro». Lapalissiano, ma qualcuno nei giorni scorsi ha storto il naso di fronte a un'ovvietà per nulla censurabile: è il problema di chi in Italia è abituato a comandare e a vivere anche il pareggio come una mezza sconfitta. La musichetta europea è però diversa ed è quella la realtà in cui la Juve deve calarsi una volta di più, senza manie di grandezza né ansie da prestazione contro una squadra che ha recuperato quasi tutti i suoi migliori elementi rispetto al recente passato, compreso il difensore centrale Hummels. Quanto a Immobile (4 gol in 5 presenze europee), cresciuto nel vivaio bianconero prima di esplodere nel Toro («mi sento più granata che altro»), dovrebbe andare in panchina ma non sono da escludere sorprese pur se Klopp dovrebbe dare fiducia al neo acquisto Kampl. In alternativa appunto, visto anche lo scarso rendimento di Mkhitaryan (che piace alla Juve), possibile arretramento di Aubameyang (4 reti nelle ultime 3 partite di campionato) al fianco della coppia Reus-Kagawa per far spazio proprio all'ex attaccante del Torino.

Per chi tifa Juventus e non si accontenterebbe nemmeno del quarto scudetto di fila, arriva insomma il momento più caldo dell'anno. Per tanti, la sfida contro il Borussia rappresenta “la” partita della stagione: «Non è così - è la melina di Allegri - anche se si tratterà di un match importante. Serviranno pazienza e tecnica, ma non ci aspetta una finale: di sicuro, dovremo fare una bella prestazione sotto l'aspetto dell'intensità fisica e tecnica». «Se questa fosse la partita più importante della stagione, vorrebbe dire che ce ne sarebbero poche altre davanti - aggiunge Buffon -. Non dovremo avere rimpianti. Affronteremo una squadra rognosa, finalista due anni fa e vincitrice di un girone non facile: loro sono capaci di battere chiunque, noi abbiamo rispetto ma siamo anche curiosi di capire se rispetto a due anni fa abbiamo fatto i progressi necessari per misurarci contro realtà che masticano da tempo l'Europa di alto livello. Credo che la squadra sia migliorata e che adesso ci sia maggiore consapevolezza e anche qualche singolo di valore in più. Non so se siamo più forti del Borussia, ma sono curioso di capire quanto valiamo: l'obiettivo è giocare il ritorno con la possibilità di passare il turno». Non suoni come un atteggiamento minimalista, anche perché la Juve è ancora scottata dall'eliminazione dell'anno scorso nella fase a gironi.

Quanto alla formazione, Morata farà coppia con Tevez, Vidal sarà al suo posto e Pogba pure. «Io e Klopp un po' incoscienti? Una certa dose serve a tutte le età, fa parte del carattere - spiega Allegri -.

Se lo invidio per il fatto che nessuno lo contesta nonostante una classifica difficile in Bundesliga? Semmai dovrebbe essere lui a invidiare la nostra posizione: credo comunque che il tutto sia frutto della differenza di mentalità tra Germania e Italia». Che poi sia meglio qui o là, poco conta al momento: parola al campo.

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