È sfida Ferrari-Mercedes senza esclusione di colpi

Si inizia con la presentazione in contemporanea Per Marchionne è la prima monoposto davvero sua

È sfida Ferrari-Mercedes senza esclusione di colpi

Benny Casadei Lucchi

nostro inviato a Maranello

Una due ore prima, l'altra due ore dopo, una a Silverstone, l'altra a Maranello, un pilota inglese che vuole il quinto mondiale, un pilota tedesco che punta la stessa cosa, una monoposto che si accorcia per migliorare là dove era debole, l'altra che si allunga per correggere i propri limiti, un team principal che dice «appena finito andrò a vedere la presentazione della Ferrari online...» e l'altro che dice «ho appena guardato in streaming il lancio Mercedes...».

Benvenuti alla prima presentazione stereo del mondiale di F1, alla doppia messa cantata organizzata dalle due splendide litiganti della passata stagione e diventata ieri un surreale manifesto di quello che sarà il campionato. Ovvero un duello lungo 21 Gp fra chi, la Mercedes, punterà al quinto titolo di fila e chi, la Ferrari, proverà a conquistarlo dopo 11 anni regolando i troppi conti in sospeso dopo il mondiale perso in pochi mesi e gli arrivi in parata degli uber alles a Monza e la voglia grande, per dirla con Marchionne, di «togliere quei sorrisi dalla faccia dei tedeschi». Fatto sta, ecco la presentazione stereo nello stesso giorno, nelle stesse ore. La Mercedes ha scelto per svelare la propria W09 EQ Power+ la pista, un filming day di cento km a Silverstone. La Ferrari ha preferito lasciar perdere i freddi vernissage online degli ultimi anni e tornare dal vivo invitando una manciata di pubblico, tifosi in gita premio e media al debutto di questa SF71-H più rossa che in passato. Padrone di casa Sergio Marchionne, che non ha parlato ma si è gustato la prima Ferrari veramente e totalmente sua.

Perché la monoposto 2017 era rivoluzionaria e aggressiva ma gli aerodinamici guidati da Enrico Cardile e David Sanchez avevano dovuto mettere mano in corso d'opera al progetto precedentemente impostato da James Allison. Stavolta no. Stavolta la monoposto è tutta frutto del gruppo di lavoro scelto da Marchionne e capitanato dal direttore tecnico Mattia Binotto. Proprio l'ingegnere italiano sarà l'unico a esporsi, ad andare oltre le banalità di rito in questi casi dicendo «non è vero che il nostro punto debole sia stato il mancato sviluppo nella seconda parte del 2017, ci sono invece stati errori e problemi di affidabilità, ed è proprio su questi che siamo intervenuti per avere un'auto più veloce anche nelle piste a basso carico. Abbiamo anche migliorato il motore visto che i Gp saranno 21 e le power unit da usare solo tre. Quanto all'aerodinamica, già aggressiva, ora lo è di più... E il passo, sì, è più lungo (in stile Mercedes, ndr), ma non vi dico di quanto e l'Halo per proteggere il pilota ha spostato per tutti in alto il baricentro, dieci chili il peso...».

Duello, sfida, botta e risposta, presentazione stereo, il pensiero corre subito a Silverstone, dove anche James Allison, proprio lui, l'ex ferrarista ora direttore tecnico dei tedeschi, resta sul vago sul passo ma si intuisce che la Mercedes potrebbe averlo ridotto copiando la Ferrari. Duello, sfida, botta e risposta anche fra i piloti, perché a Lewis Hamilton che dice di volere il quinto mondiale e di avere «molta fame» e che in coro col boss Toto Wolff azzarda «è la Mercedes migliore di sempre», Seb Vettel, 4 titoli in bacheca come l'inglese, risponde scegliendo un profilo basso e sornione. «Di certo il team ha lavorato tantissimo», ammette, «e ho bei pensieri, però oggi non faccio promesse, semmai le farò dopo il primo Gp...». In Australia dunque. Non si sbilancerà neppure la settimana prossima a Barcellona, dove lunedì iniziano i test e domenica la SF71-H scenderà in pista per il proprio filming day.

Poi, se vogliamo, possiamo anche dire che è bella la nuova Ferrari, che il rosso è più simile al passato, che linee di grigio si sono aggiunte, che una pennellata di bianco è comunque rimasta, però, in fondo, tutto questo importa poco. A contare è ben altro, come il sorriso a suo modo disteso con cui Maurizio Arrivabene prima dice «Wolff parla di Mercedes migliore di sempre? Mi sarei stupito avesse detto è la peggiore della storia...», quindi aggiunge «di certo non partiamo per arrivare secondi...» e infine sillaba a chi gli augura una bella stagione «si dice in-boc-ca-al-lu-po...».

Ecco, a osservarlo sereno viene quasi da pensare che davvero i dati della galleria del vento raccontino un gran bene della nuova Ferrari. «So che vorreste saperli, ma non ve li dico» e con un sorriso se ne va. A dare un'altra occhiata alla nuova Mercedes.

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