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«La Signora non è in crisi. Ma attenta a Muriel»

Il suo ruolo oggi, probabilmente, non esiste più. Ma Franco Causio, tecnico, rapido ed irresistibile palla al piede, è stato uno dei più grandi tornanti della storia del calcio. Sabato sera c'è Juventus-Udinese, una partita sempre speciale per il Barone, visto che in bianconero, tra Torino (13) e Udine (3), ha trascorso 16 anni della sua carriera sportiva. Lui, che oggi segue ancora il calcio da vicino commentando le partite per Sky Sport, è pronto a gustarsi l'atteso confronto tra la squadra di Conte e quella di Guidolin.
Franco Causio, per lei Juventus-Udinese è sempre una sfida particolare…
«Sono le società a cui sono più legato. La Juve mi ha dato tantissimo a livello sportivo, ho vinto sei scudetti, una coppa Italia e una Uefa. Ma anche a Udine ho trascorso tre bellissime stagioni».
C'è una sfida tra piemontesi e friulani, tra quelle che ha giocato, che ricorda più delle altre?
«Purtroppo ce n'è una che non dimenticherò mai. Stadio Friuli, ottobre del 1982, era il mio secondo anno a Udine. Siamo 0-0 e c'è un rigore per noi. Io ero il rigorista e da ex vado sul dischetto. Il mio amico ed ex compagno Zoff mi ipnotizza e lo sbaglio. La partita è finita proprio 0-0 e il mio errore è stato decisivo».
Lei lasciò la Juve poco prima che arrivasse Platinì. Un piccolo rimpianto non aver giocato con Michel?
«Platinì è stato un signore del calcio, ma mi sono consolato giocando con Zico a Udine. I tifosi friulani portano ancora nel cuore l'Udinese 1983-84. Io, Zico, Virdis, Mauro, De Agostini, Edinho: che squadra!»
La squadra di Conte sta attraversando un momento negativo. Come ne può uscire?
«La Juventus non è assolutamente in crisi. Ha 45 punti, uno in più dell'anno scorso a questo punto del campionato. E poi se rigiocano altre 10 volte la gara con la Sampdoria non credo la perdano. E un pareggio a Parma, con la squadra di Donadoni imbattuta in casa, non credo sia un risultato negativo. Non vanno dimenticate le assenze di Chiellini, Marchisio e Asamoah».
Ma con l'Udinese, di fatto, può arrivare il terzo passo falso consecutivo…
«I friulani sono in grande forma e metteranno in difficoltà la Juve. Guidolin ha riassestato la squadra e ora sono in serie positiva da sei turni. Però portar via punti dallo Stadium è sempre un arduo compito».
Chi deve temere la Juventus, oltre al solito Di Natale?
«Totò è straordinario. Va in doppia cifra da sette stagioni consecutive. Non so se ci rendiamo conto del campione che è diventato. Io credo però che l'uomo del match possa essere Muriel. Da quando rientrato ha sempre segnato, contro Atalanta, Inter e Fiorentina. È lui il vero acquisto di gennaio dei friulani».
A proposito di mercato. Quanto ha bisogno di un attaccante goleador questa Juve?
«Io sono sempre convinto che l'attacco dei bianconeri sia di ottimo livello. Giovinco, Vucinic, Matri e Quagliarella sono tutti sopra la norma. Servirebbe un fuoriclasse, un vero bomber. Ma per prendere i Falcao, gli Aguero, i Cavani ci vogliono troppi soldi».
Ma con l'attacco attuale si può vincere la Champions?
«La Champions la si vince con una serie di fattori che ben combaciano tra loro. Non è detto che un acquisto cambi completamente il valore di una squadra. E poi la Juve ha vinto il suo girone e agli ottavi parte da favorita contro il Celtic.

Sognare è lecito».

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