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"Contrordine: Galliani resta. Il Cav crea il Milan a due teste"

Doppio colpo di scena dopo la serata ad Arcore: il vicepresidente ritira le dimissioni. Rimane con mandato pluriennale, Barbara secondo Ad con delega ai settori extra sportivi

"Contrordine: Galliani resta. Il Cav crea il Milan a due teste"

Colpo di scena 1 e 2 al Milan. Un colpo di scena alla Berlusconi, viene subito da aggiungere. Uno maturato all'ora di pranzo, l'altro sul far della sera. Capaci di disegnare due scenari completamente diversi. Il primo colpo di scena al Milan è sintetizzato in appena in due frasi, secche e perentorie, contenute in una nota affidata all'ufficio stampa del club. «Al Milan è ritornata la serenità», l'incipit. «Adriano Galliani resta al suo posto» la conclusione. E l'annuncio ha preso a fare il giro del calcio italiano. Il giorno del divorzio ufficiale tra il club e il suo dirigente più popolare, è diventato in quelle ore, quello della clamorosa riconciliazione in casa Milan. Imposta e benedetta dal presidente e patron che aveva voluto a cena, ad Arcore, la sera prima, Adriano Galliani uscito allo scoperto con una nota d'agenzia nella quale annunciava l'intenzione di dimettersi dall'incarico al massimo dopo il derby del 22 dicembre a causa degli attacchi ricevuti da Barbara Berlusconi. «Verrò a Milanello» la promessa notturna. Impegno poi saltato per via del maltempo, sconsigliato dagli stessi piloti il trasferimento in elicottero. Avrebbe voluto parlare a squadra e tecnici, spiegare ai giornalisti in attesa, per restituire «la serenità e l'unità d'intenti alla società».

Cinque ore dopo il secondo colpo di scena con una dichiarazione sull'assetto societario affidata questa volta all'ufficio stampa di Forza Italia e targata Roma. «È stato trovato un accordo sull'organizzazione societaria che prevede due amministratori delegati: Adriano Galliani con la delega sportiva e Barbara Berlusconi agli altri settori dell'attività sociale». Cosa sia successo in quelle 5 ore non è difficile da immaginare: e cioè la richiesta, da parte della terzogenita del presidente, di disegnare lo scenario milanista in maniera meno generica entrando nel dettaglio dei compiti assegnati. Questo vuol dire un Milan a due teste, una tutta concentrata sulla squadra e sul mercato, incarnata ancora da Galliani, l'altra dedita al commerciale e alle altre aree del Milan interpretata da Barbara Berlusconi. Convivenza non semplice, col tempo. Non solo: c'è un particolare emerso nelle ultime ore. E cioè che a Galliani la delega sportiva è stata confermata con un mandato plurinenale, mentre Barbara è convinta che la convivenza forzata debba esaurirsi entro aprile. L'epilogo, cioè l'addio di Galliani dal Milan entro tempi brevi, è dunque tutt'altro che scontato. E il doppio volante potrebbe aumentare conflitto e confusione invece di restituire chiarezza della linea del comando. L'unica sicurezza è rappresentata dalla garanzia che Silvio Berlusconi ha ratificato ai due duellanti: la sua figura sarà molto più marcata e presente nella vita del club.
Prima di partire per Catania, Adriano Galliani ha intascato la dichiarazione senza ostentare il sorriso classico dei giorni scanditi dai successi rossoneri. È uscito dal colloquio di venerdì notte ad Arcore sapendo perfettamente quale sarebbe stato la conclusione della vicenda: Barbara con lo scettro del comando, e lui da parte. Ma, in nome della vecchia e collaudata amicizia, sarebbero state salvate oltre che le apparenze anche le modalità. «Non tocca a me commentare le parole del presidente Berlusconi. Da 34 anni per me sono sacre» l'unica chiosa concessa dal dirigente milanista prima di salire sul charter che l'avrebbe portato in Sicilia. Dopo lo sbarco e l'arrivo in albergo, la seconda nota che ha disegnato un Milan a due teste. Subito dopo, e non è certamente un caso, Barbara e il suo staff, al termine di un lungo isolamento, hanno ripreso i contatti con i media. La soluzione numero uno ha prodotto dentro il Milan giudizi lusinghieri, si è speso anche Mario Balotelli sull'argomento, «han fatto la cosa giusta», cioè lasciare Galliani in sella oltre la scadenza natalizia e del derby e preparare il passaggio generazionale dietro le quinte. Senza strappi o litigi pubblici. La soluzione numero due dev'essere capita meglio. E collaudata sul campo.

Galliani, fino a ieri, si è occupato della squadra, del mercato, ma anche dei diritti tv, Di fatto è stato per tanti anni il direttore commerciale ombra. Dovrà rinunciare a questi incarichi? La chiarezza del primo comunicato, è stata soppiantata dal secondo. Di sicuro l'avvento di Barbara e del suo staff (Paolo Maldini già arruolato, insieme con Fenucci, altri nomi eccellenti contattati ma non ancora disponibili al trasferimento) è solo rinviato. Sarà perfezionato secondo modalità nuove, a fari spenti. Alla guerra, insomma, deve seguire un periodo stabile di tregua. Ma tanto basta perché Galliani in serata telefoni a Barbara, una conversazione definita «affettuosa», nella quale i due convengono che «le parole di Silvio Berlusconi sono un dogma da seguire assolutamente» e si dicono «pronti a collaborare per il bene del Milan e lo sviluppo futuro del club». Fino a quando? Ecco la scoperta delle prossime ore. Fino ad aprile, fanno sapere dallo staff di Barbara.

No, fino alla scadenza del nuovo mandato pluriennale, informa Galliani.

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