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Stretta di mano forzata, ma resta un muro Il Dottore. «Vorrei correre ancora due anni»

Stretta di mano forzata ma resta il muro. Il Dottore: "Vorrei correre ancore due anni"

Stretta di mano forzata, ma resta un muro Il Dottore. «Vorrei correre ancora due anni»

Il muro è solo una questione di facciata. Otto anni dopo tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo la differenza è solo questione di dettagli in un rapporto «impossibile» quando di mezzo c'è un titolo mondiale.

I due si sono ritrovati ieri a Barcellona, alla presentazione della Yamaha 2016, settantuno giorni dopo l'epilogo di un Mondiale passato direttamente alla storia per la «guerra» tra il Dottore e Marc Marquez e di riflesso Lorenzo. Nulla sarà più come prima. Scontato, ma soprattutto confermato. Ha voglia la Yamaha a fare da paciere, a smontare il «muro» con opere di diplomazia, con il risultato che i due piloti vengono a contatto solo lo stretto necessario per togliere i veli alle rispettive moto, con tanto di stretta di mano, Vale il primo a tenderla, condita da sorrisi di circostanza.

Il team principal Lin Jarvis abbozza: «Ai nostri piloti chiediamo rispetto, non c'è motivo di mettere un muro». Vale raccoglie al volo: «Io ho sempre rispettato Jorge. Lui no, nelle ultime gare dell'anno scorso». Il pensiero corre subito a quel pollice verso sul podio a Sepang, per il quale il maiorchino ha poi chiesto scusa. E che la stretta di mano fosse «suggerita» dalla Yahama lo conferma indirettamente lo stesso Rossi: «Se stringerei la mano a Marquez? Non lo so, ma fortunatamente non è nel team con me». Il Dottore si è fatto un'idea di quello che è successo: «Sono diventato il capro espiatorio di Marquez, che ha perso il Mondiale per i tanti errori commessi, ma doveva trovare qualcuno a cui dare la colpa...». Metterci una pietra sopra è chiedere troppo a distanza di due mesi. Ci prova comunque Rossi: «È stato un periodo difficile, soprattutto dopo Valencia, ma rifarei tutto compreso le parole di Sepang. Comunque non ho mai pensato di smettere - ha ammesso -. Ricominciamo da zero e quella è la cosa migliore per non pensare più al passato».

Lorenzo sceglie il profilo basso, non prende il numero «1», dice che vorrebbe «lottare ancora con Valentino per il Mondiale, perché significherebbe che gli altri sono dietro di noi. E se ha risentimento nei miei confronti gli pongo la mano». I due hanno le idee chiare sul futuro. Inizia Lorenzo: «Voglio chiudere la carriera in Yamaha». Quindi Rossi che prima avvisa chi parla del 2015 come della sua ultima occasione di vincere il decimo mondiale («Mi sono preparato ancora meglio, l'obiettivo è il titolo»), poi «allunga» il contratto: «Vorrei continuare anche nel 2017, ma solo con Yamaha. Le prime gare mi faranno capire cosa fare».

Dunque tra Vale e Jorge niente divorzio, ma solo separazione in casa.

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