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Suarez, infantile cannibale: "Il morso? Cose di campo"

La Fifa avvia il procedimento disciplinare contro Suarez. Irritati gli sponsor e adesso il Barcellona potrebbe mollarlo

Suarez, infantile cannibale: "Il morso? Cose di campo"

Mentre la stampa internazionale si indigna, i social media impazzano, la Fifa indaga e gli scommettitori incassano, l'unico a minimizzare è proprio lui, il mostro. Che con quel tono sorpreso da tanto clamore ripete la sua banale innocenza. Utilizzando la solita formula assolutoria: «Sono faccende di campo che devono restare in campo». Come se la sua propensione al cannibalismo fosse da trattare alla stregua di un insulto, una provocazione, persino una simulazione. Pratiche che peraltro Luis Suarez - in arte El Pistolero - conosce e utilizza, senza però suscitare il clamore planetario seguito al morso a Giorgio Chiellini. Le immagini tv lo inchiodano in largo anticipo rispetto alla maxi-squalifica che lo attende. Difficile immaginare che la commissione disciplinare, dopo aver avviato un supplemento d'indagine, si intenerisca. Per i bookmakers il suo mondiale è già finito, la sospensione fino alla fine del torneo è data a 1.20, una quota irrisoria. Se tre indizi valgono una prova, tre morsi impongono uno stop, e lungo. È la recidività a suggerire il pugno duro, nonostante Suarez sia una delle stelle più attese di questo mondiale. L'impronta dentale sulla spalla di Chiellini è un'immagine splatter da b-movie. Altro che mondiale.

Un po' Hannibal Lecter un po' Conte Dracula, nei fotomontaggi circolati su Twitter. «Fermate questo mostro», titolava ieri il Daily Telegraph, testimone di un'altra azzannata dell'uruguaiano. La seconda della sua carriera, risalente a poco più di un anno fa. Quando durante un Liverpool-Chelsea, perso un contrasto con Branislav Ivanovic, si era attaccato al braccio del serbo. La prova-tv gli era costata 10 giornate di squalifica. Tre in più di quante prese in Olanda per il primo raptus vampiresco. Era il novembre 2010, indossava ancora la maglia dell'Ajax. Durante l'incontro contro il Psv Eindhoven, mordeva al collo - a freddo - il centrocampista Otman Bakkal. Nell'ultimo anno sembrava finalmente aver domato i suoi demoni. Grazie all'aiuto di uno psicologo, consigliatogli non solo dal Liverpool, il suo club. Ma anche dalla moglie Sofia, preoccupata per quegli attacchi di rabbia irrefrenabile. A 27 anni Suarez voleva raggiungere la pacificazione con il mondo, senza rinunciare ai gol (31 in 34 partite nell'ultima Premier League). Operato al ginocchio alla vigilia della trasferta in Brasile, la redenzione si completava contro l'Inghilterra. Al rientro dopo 28 giorni, subito due gol per trascinare i Los Ticos alla vittoria.

Adesso la bufera mediatica, una vergogna globalizzata. Dalla Spagna all'Inghilterra, passando per Germania e Argentina. Che rischia di irritare i suoi sponsor, compromettendone il passaggio al Barcellona. «Adesso anche i suoi apologeti capiranno che Suarez deve essere aiutato», scrive il Guardian. Tutta colpa del suo desiderio instabile di vittorie, «una benedizione ma anche una condanna», spiega il Liverpool Echo, che rilancia: «Ha bisogno di aiuto». Diversamente colpirà ancora, spiega Thomas Fawcett, psicologo dell'Università di Salford: «Perché il morso è un impulso spontaneo e non pianificato». Gli unici a non abbandonare il loro bomber sono i media uruguaiani, come El Observador che denuncia una fantomatica «campagna di stampa» contro Suarez. Illazioni rilanciate dal Paìs, che accusa: «I segni sulla spalla di Chiellini sono frutto di photoshop». Nel dubbio, passa all'incasso Richard Helmersen, un lungimirante norvegese.

Lo scorso 12 giugno aveva puntato 32 corone (poco meno di 4 euro) sul Suarez morsicature (quotato 175 a 1), vincendone 5.600. Un'intuizione non solitaria, altri 167 hanno effettuato la stessa puntata. Tutti felici e vincenti, sulle spalle di Chiellini.

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