Suarez da record: 40 gol Il titolo è del Barcellona

Tony Damascelli

Luis Suarez sarà anche un pistola ma è soprattutto un pistolero. Tre proiettili, nel senso di gol, al Granada retrocesso e muoiono alle cinque della sera la speranze ultime del Real che fa il suo con il solito Cristiano Ronaldo al Riazor di La Coruna, realizzando due gol al Depor, utili soltanto per la cronaca ma inutili per la remontada final. Informato di quello che stava accadendo a Granada e dei bossoli del suo rivale, ormai miglior goleador d'Europa, il portoghese ha mollato la comitiva dopo tre quarti d'ora, depresso e avvilito.

L'uruguagio vampiro ha battuto ogni record di Spagna, superando con 40 gol Zarra e Hugo Sanchez che si erano fermati a 38. Lui di più, di piede e di testa, di rapina e di stile, di potenza e di prepotenza, malvagio ma fortissimo, come deve essere un grande attaccante. Così grande che è riuscito a mettere all'ombra Messi e Neymar, mica due comparse, eppure la momentanea opacità dei due fenomeni è passata in retroguardia con l'esplosione di gol e di efficacia del pistolero che in settimana ha trovato ispirazione con una gita in Salento, nella terra di Otranto, in compagnia di Messi nella città di un altro artista maledetto, Carmelo Bene. A rendere colossale l'avventura dei tre tenores del Barcellona ecco un numero: 252, è il totale dei gol segnati in due stagioni (122+130) duecentocinquantadue in lettere, per rendere meglio l'idea, messi in cassa da tre uomini.

Per il Barcellona è il titolo ventiquattro, cioccolata calda dopo la torta in faccia lanciata dall'Atletico di Madrid in coppa.

La Liga è sua, dopo un momento di panico, tra una settimana la finale di coppa del Re contro il Siviglia, tentando la doppietta (si può scrivere o fa più fine el doblete?) il Real si trova nella situazione opposta, Zidane si può accontentare del secondo posto, intossicato dall'eredità lasciata da Benitez, ma sogna la undicesima coppa più importante. Tra due settimane, a Milano.

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