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Sul derby sventola bandiera belga: San Siro "fiammingo" tra Lukaku e CDK

Una tradizione che rinverdisce i fasti della coppia Gerets-Coeck

Sul derby sventola bandiera belga: San Siro "fiammingo" tra Lukaku e CDK

Sul derby sventola bandiera belga. Il ritorno di Romelo Lukaku da una parte, la conferma di Saelemaekers con l'aggiunta di Origi e di De Ketelaere dall'altra, faranno soffiare quest'anno su Inter-Milan un'aria fiamminga, un derby nel derby, insomma, in cui la rivalità si accenderà anche sotto la bandiera dei Diavoli rossi. Non è la prima volta, ovviamente, che il derby vive anche sulla rivalità tra campioni stranieri dello stesso Paese, anzi quella di quest'anno tra i belgi prolunga a una storia decennale. Curiosa in particolare la sfida tra Lukaku e Origi, perché il bomber dell'Inter e il nuovo centravanti del Milan, pur avendo all'attivo una lunga militanza nella loro Nazionale, hanno giocato insieme da titolari una volta sola (e per soli 57'), in un Bosnia-Belgio 1-1 nelle qualificazioni europee del 2014, addirittura otto anni fa. Per il resto si sono spesso incrociati, nel senso che l'uno sostituiva l'altro e viceversa. De Ketelaere invece ha iniziato a frequentare assiduamente i Diavoli Rossi nell'ultima stagione, quando Lukaku è finito un po' ai margini della nazionale.

Non è una novità il derby nel derby tra belgi, visto che quasi 40 anni fa, nel 1983, si incrociarono in rossonerazzurro Eric Gerets e Ludo Coeck, due colonne dei Diavoli rossi che in quegli anni arrivarono a giocarsi anche una finale europea. Arrivarono insieme sotto la Madonnina, ma per entrambi non fu un'esperienza fortunata: Gerets giocò solo 11 partite nel Milan, poi fu sospeso dalla società perché implicato in uno scandalo di corruzione che coinvolse lo Standard Liegi da cui arrivava, mentre Coeck tormentato dagli infortuni giocò solo 9 partite nell'Inter e di fatto chiuse la carriera, per poi morire tragicamente in un incidente stradale un paio d'anni dopo.

Le sfide straniere nel derby si accendono da sempre e già nell'immediato dopoguerra per rispondere all'uruguayano del Milan Puricelli, l'Inter ne fece sbarcare da Montevideo addirittura quattro (Bovio, Pedemonte, Volpi e Zapirain), ma passarono alla storia come i più colossali bidoni nerazzurri di tutti i tempi. Altra musica pochi anni dopo, quando al trio svedese del Gre-No-Li, l'Inter oppose un attaccante estroso (purtroppo anche fuori dal campo) come Nacka Skoglund. Una sfida che durò per un decennio (con l'aggiunta di Lindskog in nerazzurro), poi Skoglund con Liedholm e Gren giocarono anche la finale mondiale del '58 con la Svezia contro il Brasile.

Nel '61 Inter e Milan si innamorarono degli inglesi e fecero arrivare Gerry Hitchens e Jimmy Greaves, ma fu un fuoco di paglia, poi scorrendo le stagioni del derby si annotano anche sfide sudamericane (gli argentini dell'Inter Angelillo e Massei contro i rossoneri Ricagni, Cucchiaroni e Grillo), oppure brasiliane (Altafini, Sani, Amarildo e Sormani in rossonero sempre contrapposti all'interista Jair). Negli anni Novanta l'Inter risponde con Bergkamp e Jonk all'olandese superstite del Milan Ruud Gullit, mentre il boom della Jugoslavia porta sotto la Madonnina il talento di Savicevic in rossonero e il deludente Pancev in nerazzurro.

Poi il derby è stato via via francese (Angloma e Djorkaeff contro Desailly), ancora olandese (Winter contro Davids, Reiziger e Kluivert), tante volte brasiliano (Ronaldo e Ze Elias contro Leonardo, Cruz e Serginho, poi Adriano contro Cafù, Kakà e Rivaldo, per finire alla sfida tra i portieri Julio Cesar e Dida), persino giapponese (Nagatomo contro Kakà nel '13-14), tante volte argentino (da Palacio e Icardi a Banega e Lautaro contro Sosa, Musacchio, Biglia e Higuain), colombiano (Murillo e Guarin contro Zapata e Bacca) e ultimamente croato (Perisic e Brozovic contro Mandzukic e Rebic). Per finire col derby danese Eriksen-Kjaer, un derby del cuore.

Nel vero senso della parola.

Romelo Lukaku

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