Scatta l'operazione rinnovamento all'Inter con il primo consiglio d'amministrazione dell'era Thohir. Un'ora e mezza di vertice per ratificare l'uscita di scena di Roeslani e il passaggio delle sue azioni al presidente, salito al 56 per cento di quote. Presentato anche l'accordo con le banche indonesiane per rilevare debito e garanzie bancarie dalla vecchia gestione, rappresentata ieri da Ghelfi, Manzonetto e Angelomario Moratti (per papà Massimo cda Saras). E nel board entra Grant Ferguson, «non Alex», ha scherzato Erick Thohir presentando il manager scozzese con esperienza nel settore dei media business. È un altro tassello che si incastra nel puzzle del tycoon indonesiano: «Abbiamo rifondato la struttura guardano al futuro».
Una ristrutturazione per una società snella in cui Fassone resterà direttore generale. A Piero Ausilio tutta la parte tecnica, nessun sostituto di Branca. E lo aspetta un grande lavoro come conferma il presidente: «Con Palacio, Alvarez e Guarin stiamo trattando i rinnovi». Mentre per Zanetti il discorso è diverso, non tanto per le sirene inglesi di Mou, smentite dallo stesso capitano: «La decisione è sua: continuare a giocare o entrare nella società». Sul resto del gruppo Thohir avverte: «Ci sarà una valutazione complessiva della rosa perché vogliamo giocare un ruolo più importante rispetto a questa stagione. Faremo degli acquisti». E il primo colpo si chiama Vidic anche se sembra in contraddizione sulla politica dei giovani: «È capitano della sua squadra, abbiamo bisogno anche di giocatori dal carattere forte. Serve il giusto mix tra esperti e giovani. E poi è famoso in Asia e darebbe una mano al marketing».
E comunque è un'operazione che dimostra come il presidente abbia già capito l'Italia: alla fine contano i risultati. Quindi ecco Hernanes (in dubbio per il Cagliari) e Vidic. Thohir sintetizza le priorità: «Club più forte finanziariamente, aiutare la squadra nella transizione e aprire ai nuovi mercati. Il nuovo stadio? Ne possiamo parlare dall'anno prossimo».
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