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Le trottole di Kamila verso l'oro "fantasma"

Lacrime, errori ed emozione. La difesa: contaminata da un farmaco del nonno

Le trottole di Kamila verso l'oro "fantasma"

Il giorno più difficile per Kamila Valieva. La 15enne russa, avvolta nel suo magnifico abito viola tempestato di Swarovski, ha dovuto affrontare le sue paure sul ghiaccio del Capital Indoor Stadium di Pechino, sede delle gare del pattinaggio artistico delle Olimpiadi Invernali. Il respiro era affannoso, le gambe tremanti e le braccia fin troppo tese. La vicenda della positività al doping, nella quale è coinvolta, ha avuto i suoi effetti.

Le note di «In Memoriam» di Kirill Richter hanno dato il via alla performance del programma corto e la sbavatura nel triplo axel, sporcato da un vistoso step out, è stato l'emblema di una Valieva contratta e stordita dalla bufera mediatica. Momenti di debolezza però smorzati dalla classe cristallina dell'atleta. Completando la combinazione triplo lutz/triplo toeloop ed estasiando nell'esecuzione di tutte le tre trottole pianificate, la campionessa d'Europa in carica ha ritrovato le proprie certezze. Il tutto è valso il miglior punteggio di 82.16 (44.51, 37.65), accolto da un pianto liberatorio e dall'applauso del pubblico che mai ha dubitato di lei. «Queste lacrime sono di gioia e un po' di tristezza. Farò tutto il possibile per rappresentare il mio Paese. A quanto pare, questa è una fase che devo attraversare. Questi giorni sono stati molto difficili per me, è come se avessi finito le emozioni. Sono felice, ma emotivamente stanca», le sue parole alla tv russa.

Il gioco per le medaglie non è chiuso in vista del programma libero di domani: Anna Shcherbakova (80.20) è vicina e anche la giapponese Kaori Sakamoto (79.84) vorrà stupire. Atto conclusivo di una competizione però surreale in cui Valieva, positiva alla trimetazidina in un controllo del 25 dicembre scorso, è stata oggetto di contrasto forte tra la Rusada (Agenzia anti-doping russa) e il Cio, in merito a una sospensione prima applicata e poi revocata, con il coinvolgimento finale del CAS che ha dato il via libera alla pattinatrice di gareggiare perché rientrante nella fascia di "persona protetta", categoria che non prevede nessun tipo di sospensione provvisoria o cautelare. Le reazioni sono state significative e il CIO ha deciso di non svolgere alcuna premiazione nel caso in cui Valieva rientrerà nella zona medaglie. La russa avrebbe rivendicato la propria innocenza parlando di contaminazione con un prodotto che stava prendendo suo nonno per il cuore.

Motivazione non nuova in materia doping, per una competizione già alterata dalla poca chiarezza.

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