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Tutti i trucchi per aggirare il fair play

Il 2014 non sarà solamente l'anno dei Mondiali brasiliani. La prossima stagione calcistica, infatti, sarà anche quella in cui si conosceranno i primi risultati del famigerato fair play finanziario imposto dall'Uefa e dal suo presidente Michel Platini. E proprio ora che le società di preparano ad affrontare la calda estate del calcio mercato è possibile fare un quadro generale della situazione. Chi tra i top club europei e italiani, rischia sanzioni ed esclusioni a causa del mancato rispetto del fair play? Chi, invece, potrà operare con serenità nel prossimo mercato? Come è possibile che Real Madrid, Psg, Manchester City, Chelsea continuino a parlare di cifre folli per la loro campagna acquisti e che, al contrario, Juve, Milan e Inter continuino a guardare al proprio bilancio? Un motivo c'è e riguarda la possibilità di aggirare la regola voluta da Roi Michel senza troppe difficoltà, ma disponendo di un elevato giro di denaro tra sponsor e proprietà.
La situazione delle italiane Rispetto al resto d'Europa, i nostri club si stanno preparando in modo diligente e oculato al 2014 e all'atteso fair play. La Juventus, anche grazie allo stadio nuovo e al ritorno in Champions, ha dimezzato le perdite e il prossimo bilancio potrebbe chiuderlo addirittura con il segno positivo. Il Napoli di De Laurentiis sono tre stagioni che chiude in attivo e con la sua campagna mirata non avrà problemi a rispettare le regole. Inter e Milan hanno fatto sacrifici non da poco per mettersi in riga, dopo alcuni anni di profondo rosso. Moratti e Branca sono stati «costretti» negli ultimi mesi a lasciare partire colonne nerazzurre che avevano un ingaggio insostenibile, da Maicon a Sneijder, da Julio Cesar a Eto'o. Galliani ha rinunciato a tutti i senatori, e anche a Ibra e a Thiago Silva e a gennaio ha investito su Mario Balotelli, solamente perché i rossoneri non potevano permettersi di non partecipare alla prossima Champions, che comporta entrate ossigenanti per la situazione economica rossonera. In realtà, proseguendo anche la prossima estate in un mercato parsimonioso e ponderato, nessuna nostra squadra rischia l'esclusione dalle competizioni Uefa.
Chi rischia e chi aggira la regola Premettendo che il monito dell'ente internazionale ha portato ad una riduzione delle passività in Europa per trasferimenti e stipendi da 57,1 milioni di giugno 2011 a 30 milioni di 12 mesi dopo, all'estero ci sono situazioni molto intricate e diverse tra loro. C'è chi è sempre in attivo, come Bayern Monaco, Borussia Dormund o Arsenal, c'è qualche gloriosa società che è già stata richiamata all'ordine e che difficilmente rispetterà gli standard Uefa, come Malaga, Sporting Lisbona o Partizan Belgrado, e c'è chi continua a spendere e spandere, infischiandosene delle regole e provando ad aggirarle. I nomi non sono certo sconosciuti, visto che tra sceicchi e magnati, nelle ultime estati si è spesso sentito parlare di loro: Psg, Manchester City, Chelsea, Real Madrid e perfino Barcellona e Manchester United. Tutti top club che hanno un bilancio che sarebbe rigorosamente in rosso, ma che tramite sponsorizzazioni gonfiate o ripianamenti improvvisi dei loro proprietari, riescono a rientrare nelle soglie prestabilite. Degli esempi? Bilanci molto negativi come quello del City o del Psg, sono stati rimessi in attivo rispettivamente da Etihad (400 milioni di euro in 10 anni) e Qatar Tourism Authority (700 in 4 anni). Sponsor che pagano e permettono liquidità.

Ecco, per equilibrare il mercato e renderlo nuovamente accessibile anche alle società italiane, forse andrebbe migliorata la normativa.

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