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Ulivieri: ''Mihajlovic vota Lega? Emiliani non gli date retta''

L'ex allenatore rossoblù ribatte al tecnico serbo: ''Lo stimo ma non gli darei retta, le cose in Emilia non stanno come dice Salvini''

Ulivieri: ''Mihajlovic vota Lega? Emiliani non gli date retta''

''Mihajlovic? Ha tutto il diritto di parlare ma io non gli darei retta'' è il commento di Renzo Ulivieri sulle dichiarazioni dell'allenatore serbo, a favore della Lega di Matteo Salvini e della candidata Lucia Borgonzoni.

Dopo l'endorsement di Mihajlovic per la Lega alle elezioni del prossimo 26 gennaio, Renzo Ulivieri scende in campo per Stefano Bonaccini e per la coalizione di centrosinistra, in particolare a sostegno del candidato Igor Taruffi della lista "Coraggiosa". L'ex allenatore del Bologna, in un'intervista a La Repubblica è intervenuto sulle dichiarazioni di Mihajlovic, che stanno animando la vigilia delle elezioni: "Sono un estimatore di Sinisa, in tante occasioni ci siamo conosciuti e abbiamo parlato, non condivido chi sostiene che non dovesse parlare, chi è nel mondo del calcio può parlare e sosterrò sempre la sua libertà di farlo. Però poi dico: non gli date retta".

Toscano di San Miniato, Ulivieri è da sempre molto legato al territorio emiliano, avendo allenato al Bologna dal 1994 al 1998 e successivamente dal 2005 al 2007. Canditato senza essere stato eletto in Parlamento nelle fila di Sel nel 2013, difende la dimensione dell'impegno politico ma ci tiene a sottolineare le idee completamente diverse da quelle di Sinisa: ''Il nostro è un pensiero completamente diverso riguardo l'uomo, l'umanità, riguardo al senso di stare insieme. Sostengo che l'Emilia è un modello, sono per Bonaccini e Taruffi, per quella coalizione che porta avanti un discorso cominciato tanti anni fa, di democrazia, di partecipazione, di scelte". Per questo Ulivieri chiede: "Non statelo a sentire, le cose in Emilia stanno in un'altra maniera, non come dice Salvini, i cittadini dell'Emilia lo sanno e non si faranno incantare".

Una presa di posizione che non sorprende affatto, si sa Renzaccio non ha mai nascosto il suo credo comunista anzi ne ha fatto una sua bandiera per tutta la vita. Qualche anno fa quando era allenatore del Bologna invitò a cena Gianfranco Fini, allora leader di An e tifoso rossoblù e lo fece accomodare a fianco al busto di Lenin, che custodiva gelosamente sulla credenza. Tre anni fa invece a Chicago, quando si trovò davanti al grattacielo con la scritta Trump manifestò tutta la sua antipatia nei confronti del presidente degli Stati Uniti alzando il braccio destro e rivolgendogli il dito medio con l'eloquente didascalia: ''Già che c'ero...''. Successivamente si scagliò apertamente contro Matteo Salvini, il vero colpevole a suo parere dei frequenti cori razzisti negli stadi italiani: ''Nello stadio si riflette il clima del paese. Alla base c'è un concetto espresso negli ultimi tempi in cui si dice 'Prima gli italiani''. Fino alla sicurezza fin troppo ostentata di oggi: ''I cittadini dell'Emilia non si faranno incantare''.

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