Renzo Ulivieri è stato un grande allenatore che nel corso della sua lunghssima carriera ha diretto alcuni dei più importanti club italiani come Empoli, Ternana, Vicenza, Perugia, Sampdoria, Cagliari, Bologna, Modena, Napoli, Parma, Torino, Reggina prima di decidere di smettere di allenare nel 2007-2008. La sua passione per la panchina però gli fa prendere la decisione di tornare ad allenare nel calcio femminile tra Scalese e Pontedera.
Ulivieri è presidente dell'Associazione Italiana Allenatori Calcio e uno dei punti di riferimento sia per i tecnici più esperti che per quelli più giovani che si stanno affacciando a questa affascinante ma difficile professione. Il 79enne di San Minato ha avuto la possibilità di osservare da vicino anche un suo pupillo Andrea Pirlo che da qualche giorno ha preso il posto dell'esonerato Sarri sulla panchina della Juventus. In esclusiva per ilgiornale.it l'ex allenatore del Bologna ha analizzato la scelta fatta dal club bianconero, ha parlato della ripartenza del calcio, di Conte,Pioli e molto altro ancora:
Ulivieri, cosa ne pensa della ripresa del calcio dopo la pandemia? Sono state fatte tutte scelte corrette?
“Più che scelte corrette, cdirei che sono state fatte quelle possibili. Siamo stati legati a norme e decreti e dunque ci si è attenuti a quanto è stato detto. Questo però è un altro calcio, con altri ritmi, senza pubblico. Ricominiciare dopo una sosta lunga non è facile anche perché in quella sosta si sono fatti pochi allenamenti seri e ritrovare tutto subito non è stato semplice. Ripeto si è visto un altro calcio ma era l'unica cosa da fare in quel momento perché in gioco c’erano troppe cose ed essere arrivati alla chiusura è stato uno sforzo enorme da parte di tutti. Mi spiace non aver chiuso la Serie A femminile, mancavano solo sei partite...quello è stato un grave errore in un momento particolare come questo però ormai è andata".
La Juventus ha deciso di cambiare allenatore, crede sia stata la scelta giusta esonerare Sarri dopo una sola stagione?
“Questo non lo so, la società molte volte fa delle valutazioni più ampie e bisognerebbe essere all'interno per capire cos'è successo o che tipo di valutazioni hanno fatto. Io posso valutare il tecnico e posso dire che Sarri è un grande allenatore e mi spiace per lui. Poi, ripeto, le scelte fatte dalla società sono anche dettate da altre dinamiche che non conosco sinceramente".
Agnellli e la dirigenza hanno scelto Pirlo, un giovane allenatore ma senza esperienza. Come valuta questa scelta?
“Dico che è stata una scelta giusta, è stato capitano quando giocava e quindi sa che cosa vuol dire il gruppo. Andrea è uno di poche parole però ha personalità da vendere. Per saper gestire il gruppo sono due le cose determinanti: amare i calciatori e rispettarli sempre e comunque. Dal rispetto si ottiene il rispetto, sempre. Lui è un leader, sa quando deve parlare e sa cosa deve dire. Molte volte alzare il tono di voce non è detto che sia indicativo di forza, la leadership la sia può esprimere anche con la capacità decisionale, ed è anche meglio".
Ci racconta il Pirlo che ha avuto modo di conoscere a Coverciano? Che allenatore sarà secondo lei?
“Immaginarsi che tipo di allenatore sarà non è semplice ma posso dire che sa tanto di calcio, questo sì. Posso immaginare che sarà un leader per come lo conosco e questo è un aspetto davvero fondamentale. Lui ha il suo credo, come ogni tecnico, e penso che cercherà di proporre un gioco equilibrato e divertente".
Scelta azzardata o rischio ponderato da parte della Juventus?
“Ma sa se fossimo negli anni ottanta dove l’allenatore era solo sarebbe stato un conto, ma oggi ci sono staff numerosi con parte atletica, fisica, tattica. Oggi lallenatore è a capo di uno staff, dà le sue idee di calcio ma è molto aiutato da suo staff ma anche dalla società. Non penso sia stata una scelta azzardata ma un rischio ben calcolato".
Il club bioanconero rischia una valanga di critiche nel caso in cui Pirlo non vincesse alcun titlolo, non trova?
“Non esiste nel mondo che la Juventus non vinca nulla (ride; ndr). Io non sono tifoso della Juventus, sono della Fiorentina ma pensare che bianconeri non vincano nulla è difficile. Sono convinto che Pirlo farà molto bene e che porterà a casa sicuramente qualche titolo".
Visto che è tifoso della Fiorentina: è stato corretto confermare Iachini?
"Se l’è meritato sul campo. Chiaro che la Fiorentina non si è espressa al livello delle altre squadre, poi dipende anche dalla qualità che hai in mano ma lui ha fatto il massimo con ciò che aveva".
Cosa ne pensa invece dello sfogo di Conte con l'Inter ancora impegnata in Europa League? Lascerà i nerazzzurri?
“Non lo so perché bisognerebbe esserci dentro ma l’allenatore tante volte butta lì frasi a effetto per stimolare e andare a toccare un tema che vuole toccare. Tante volte, anzi quasi sempre, sono concordate con la società e convengo con Marotta che faccia parte del gioco"
Conte rimarrà all’Inter?
“Non lo so dire davvero, dipende dal club ma penso di sì. Antonio è un bravo allenatore e ha disputato una bella stagione con l'Inter e ora avrà anche la possibilità di giocarsi un titolo europeo di grande valore".
Capitolo Milan, giusto anche qui puntare ancora su Pioli?
“Pioli ha fatto grandi cose, si è vista una squadra che giocava in modo moderno, avanzato e bene. Dunque ha meritato la conferma. Si vedeva una squadra che lo seguiva e quindi il club ha fatto bene a dare continuità".
Ha qualche rimpianto carriera da allenatore?
“No, ma ne cambierei tante di cose fatte (ride; ndr). Nella gestione delle gare mi sembrava di essere bravo ma dal punto di vista disciplinare avrei potuto fare di meglio dato che ero spesso espulso. Ho anche tentato di migliorare e di cambiare ma non ce l’ho mai fatta. Il mio esempio era Liedholm...ma ce la facevo i primi 5 minuti e poi andavo via. Niels era l mio punto di riferimento in campo e fuori, lo ammiravo molto per le sue battute e la sua classe".
La scuola italiana di allenatori è ancora un fiore all'occhiello nel panorama internazionale?
"Assolutamente sì, la nostra scuola di allenatore è grande e importante. Gente come Ancelotti, Ranieri, Spalletti, Conte, Mancini e tanti altri hanno fatto la storia ovunque. I nostri tecnici quando vanno all’estero fanno sempre bene.
All'estero hanno qualche eccezione come Guardiola e Klopp ma noi ne abbimo tanti bravi. I nostri sono numeri elevati, la nostra scuola è ancora all’avanguardia, poi il problema è quello di non fermasi perché se nel calcio ti fermi ora è un dramma perché è un evoluzione continua".
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