Vaccini o non vaccini, questo è il problema. Il mondiale in Brasile e nelle zone a rischio di febbre gialla, tifo e febbre dengue (per l'Italia Recife e Natal nel nord est, più di Manaus) spinge alla prevenzione. I medici azzurri hanno chiesto indicazioni alla Fifa, che ha escluso la necessità di vaccini, e così i medici di altre nazionali del girone (Inghilterra e Uruguay). Ma per estrema tranquillità, la federazione ha invitato club di appartenenza e giocatori a decidere in proprio. I vaccini più richiesti riguardano febbre gialla, epatite e profilassi antimalarica, invece la Dengue provocata da punture di zanzara, che potrebbero essere anche mortali, non ha profilassi preventiva.
Oltre a malattie e umidità, è la situazione climatica a non essere sottovalutata: le forti piogge hanno fatto crollare una parte del tetto dell'aeroporto internazionale «Eduardo Gomes», inaugurato il 15 gennaio scorso a Manaus, capitale dell'Amazzonia, dove il 14 giugno prossimo l'Italia farà il suo esordio mondiale contro l'Inghilterra.
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