Ci risiamo. I due partiti nati sul futuro del calcio («chiudiamola qui», «ripartiamo a fine maggio») hanno incrociato nuovamente lo spadone. È toccato al presidente della Lega di serie A Paolo Dal Pino, capofila degli aperturisti, replicare stizzito, con un comunicato di primo mattino, all'intervista-appello («chiudetevi tutti in una stanza e uscite solo con un accordo collettivo» la sintesi) concessa da Malagò, presidente del Coni e porta-bandiera degli attendisti, al Corriere dello Sport. Premessa indispensabile: il neo-presidente della Lega non ha mai manifestato pubblicamente la propria opinione sull'argomento spinoso, ha parlato solo attraverso due comunicati, duellando ora con Spadafora, il ministro dello sport, ora con Malagò, il numero uno del settore.
Nell'unica assemblea svoltasi a Roma il 4 marzo si è segnalato per un pittoresco record: si è dimesso tre volte durante i burrascosi lavori. Ieri ha espresso stupore «per la leggerezza e l'ingerenza di Malagò» che nasconde uno scivolone grossolano. Il presidente del Coni è il capo dello sport italiano, ogni suo intervento, specie in una materia così controversa e delicata, è tutt'altro che invasione di campo. Non solo: ma nella riunione del consiglio di mercoledì pomeriggio, sono state ipotizzate un paio di date utili (il 23 e il 24 giugno) per giocare le coppe europee. In queste ore segnate dalla grave incertezza legata alla pandemia, significa davvero compiere una pericolosa fuga in avanti. Nemmeno l'inquilino del foro italico è esente da qualche rilievo critico. Se non sono stati capaci gli altri attori, toccherebbe a lui la regia, mettere insieme i protagonisti di questa guerra insensata e provare a fare una sintesi, raggiungendo soluzioni condivise, lo sforzo che sta faticosamente realizzando il presidente della Figc Gabriele Gravina, stretto tra opposte pressioni. C'è però un convitato di pietra in questa ennesima puntata del dissidio che non regala una bella pubblicità a tutto il settore: sono le pay tv.
Già perché la trattativa tra Lega di serie A e Sky più Dazn si è arenata anche per un altro motivo e cioè perché nel calendario della ripresa preparato dal direttivo di Dal Pino, la precedenza è stata data alle due semifinali di coppa Italia, Juve-Milan e Napoli-Inter, entrambe trasmesse dalla Rai,che capitalizzerebbe la grande attesa per il ritorno del calcio giocato grazie a una cifra irrisoria rispetto a quella spesa da Sky e Dazn.
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