Sette titoli in dieci anni: mai la Bundesliga era stata una Bayern-liga come si sta verificando nell'ultima decade. Da Van Gaal a Heynckes, da Guardiola ad Ancelotti, oramai in Baviera le stagioni si misurano con i risultati ottenuti in Europa, e sotto questo profilo la scorsa annata non è stata esaltante, al netto degli errori arbitrali nella sconfitta contro il Real Madrid. Bisogna partire proprio da lì per comprendere la pressione che circonda Ancelotti, il cui calcio raramente abbagliante fatica a scaldare i cuori della sempre più esigente platea bavarese. Dirigenza in primis, che non ha lasciato alibi al tecnico di Reggiolo: i nuovi arrivi James Rodriguez e Tolisso ha dichiarato Rummenigge sono stati esplicitamente richiesti da Ancelotti.
Per la propria campagna acquisti il Bayern ha speso 100 milioni, ovvero più di Lipsia, Borussia Dortmund e Hoffenheim (rispettivamente 2ª, 3ª e 4ª nella passata stagione) messe assieme. Proprio l'assenza di un candidato forte per il titolo fa pendere ulteriormente la valutazione sull'operato di Ancelotti sulla campagna di Champions. Se infatti le rivelazioni 16/17 Lipsia e Hoffenheim dovranno essere in grado di gestire un inedito doppio impegno campionato-coppe europee, il Borussia è un cantiere aperto. Sulla carta l'olandese Bosz, finalista in Europa League con l'Ajax, appare l'allenatore ideale per garantire continuità a quella straordinaria macchina da calcio che spesso e volentieri sono stati i gialloneri. Da verificare però il suo adattamento ad alti livelli in un contesto nuovo.
La Bundesliga, al via stasera con Bayern-Bayer Leverkusen (ore 20.30 su FoxSports), è un campionato molto attento alla linea verde, e non solo in campo, visto che sei allenatori ai blocchi di partenza della stagione sono under 40: Baum (Augsburg), Nagelsmann (Hoffenheim), Wolf (Stoccarda), Nouri (Werder), Schwarz (Mainz), Tedesco (Schalke 04). Quest'ultimo, calabrese di origine ma cresciuto in Germania, arriva su in squadra difficile come quella di Gelsenkirchen dopo sole 11 panchine in carriera, utili però per condurre lo scorso anno l'Aue a una miracolosa salvezza in Zweite Liga.
Una tendenza, quella dell'allenatore giovane, spiegata così dall'ex ds della Federcalcio Robin Dutt: «Puoi essere stato un campione in Bundesliga, ma ciò non ti garantisce la preparazione necessaria per guidare una squadra. La preparazione la sviluppi solo studiando e approfondendo».
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