Verratti e la banda dei baby. Ecco l'Italia alla Ventura

Il ct si mette alle spalle le ombre di Conte e della Spagna. Svolta verde col parigino, Romagnoli, Belotti e Immobile

Verratti e la banda dei baby. Ecco l'Italia alla Ventura

Dall'Italia della paura (i 60 minuti iniziali con la Spagna) a quella del coraggio. Nel segno della linea verde e magari del gioco, con in campo il «leader» tecnico di questa nazionale sulla strada del ringiovanimento come Marco Verratti. E senza Pellè, rimandato a casa per «un gesto inaccettabile che ha macchiato l'immagine di questo gruppo, che ha lavorato con sacrificio e impegno, ha mancato di rispetto a tutti», sottolinea Ventura.

Archiviato non senza rammarico il pareggio con le Furie Rosse («se potessi tornare indietro, me la giocherei in un'altra maniera», la confessione notturna del ct nella pancia dello Juventus Stadium ribadita anche ieri), a Skopje contro la Macedonia si vedrà una squadra propositiva e non ripiegata su se stessa. E oltre al cambio di mentalità, ci sarà anche quello di uomini. Cinque, forse sei, i nuovi ingressi tra i titolari che sfideranno avversari meno quotati del gruppo di Lopetegui: i macedoni sono ancora al palo dopo 180 minuti nonostante l'esperienza dell'ex Lazio e Inter Pandev e del nuovo gioiello Nestorovski (4 gol nelle ultime cinque partite tra nazionale e club) pescato dal patron del Palermo Zamparini. «Ci sarà bisogno di forze fresche, sarà una sfida ostica, la Macedonia ha zero punti ma nelle prime due gare ha avuto tanta sfortuna», dice il ct.

Italia verde, si diceva, con tanti calciatori nati tra il 1990 e il 1995 e un'età media che si abbasserà di un paio d'anni rispetto all'undici di partenza della sfida di Torino. Conferma per Romagnoli in difesa (21 primavere) apparso sicuro al cospetto di avversari blasonati, ritorno in regia di Verratti (22) come accaduto contro Israele, nuova coppia d'attacco che è poi quella dell'ultimo Torino di Ventura con Belotti e Immobile (48 anni in due) e degli ultimi minuti della sfida dello Stadium, sulla quale hanno avuto un impatto devastante. Il «Gallo» e Ciro ricercheranno sincronie e movimenti che lo scorso anno portarono in tutto 9 gol, lo stesso bottino totale nelle prime 7 giornate di questo campionato. Ventura ha capito che deve cercare un'identità nuova attraverso i giovani e la loro fame di futuro. Dunque, ci si rialza dalla prova luci (poche) e ombre (tante) con la Spagna da chi era stato il migliore in Israele, appunto il Verratti che porta con onore il dieci sulle spalle. «È un capitale della nazionale su cui costruire il futuro, se non ha giocato è perchè ci sono dei problemi che assillano il giocatore in continuazione», sottolinea Ventura. Con lui in campo, insieme a Belotti e Immobile (mix di tecnica e potenza), può esserci la svolta tattica: centrocampisti che creino di più e con un elemento che detti i tempi della ripartenza, attaccanti che aggrediscano più la porta che l'avversario con il pallone tra i piedi. Un passo importante per iniziare ad allontanarsi dalla pesante (ma utile in questi primi passi in azzurro) eredità di Antonio Conte.

La nuova chance concessa a Romagnoli, scelta obbligata per il forfait di Chiellini, dimostra che anche i «senatori» della difesa iniziano ad avere rincalzi all'altezza e anche in questo senso Ventura può guardare con fiducia al futuro.

In fondo, gli svarioni dello stesso Chiellini a Bari contro la Francia e di Buffon (che ieri ha evidenziato la gravità dei fischi allo sfortunato Montolivo) giovedì sera - per la verità infortuni più unici che rari - possono essere un segnale sull'importanza di creare alternative già nell'avvicinamento al Mondiale. «Analizziamo il buono e il meno buono della gara con la Spagna per crescere - così Ventura -. Vanno bene le critiche, ma dopo il pari potevamo vincere anche perché l'arbitro ha risparmiato loro due rossi».

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