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Vettel e Alonso, giallo Mondiale per un sorpasso "proibito"

In un filmato il sorpasso vietato di Seb. Potrebbe perdere il titolo. A Maranello hanno esaminato le immagini e valuteranno se fare o meno il ricorso: c'è tempo fino a domani

Vettel e Alonso, giallo Mondiale per un sorpasso "proibito"

C'è un anonimo inglese che si è registrato il Gp del Brasile, l'ha guardato, ha notato qualcosa di strano e poi è andato a rivedersi quel qualcosa. E l'ha messo in rete. Un piacere ascoltare il suo commento da ora del tè al circolo londinese del Lord's Cricket Ground tanto è pacato, calmo, sereno, elegante, forse divertito. Mostra alcuni sorpassi sospetti di Vettel che con bandiere gialle a bordo pista (sono ormai dei display) passa questo e quell'altro nella sua meravigliosa rimonta mondiale da ultimo che si era trovato dopo pochi metri. L'anonimo fa notare però che il primo sorpasso dubbio è perfettamente regolare perché il tedesco fa tutto prima che si mettano a lampeggiare le bandiere gialle a bordo pista e le lucette poste sul cruscotto della sua Red Bull. Lucette inserite da tempo su tutte le monoposto a scanso di equivoci e scuse addotte dai piloti. Idem per l'altro sorpasso in questione, avviene con bandiere che sembrano gialle, ma sono giallorosse e non lampeggianti e indicano pista scivolosa. Per cui Seb poteva fare quel che voleva.

Tutto bene dunque e tutto a posto fino a che l'anonimo non scodella il terzo sorpasso, quello avvenuto intorno al quarto giro, quando Vettel passa Vergne, su Toro Rosso, cugina stretta della Red Bull. L'immagine è chiara: Sebastian sta trotterellando che è un piacere, a bordo pista iniziano a lampeggiare - e sottolineiamo lampeggiare - le bandiere gialle - e sottolineiamo gialle - non gialle e rosse. Vettel ha davanti un trenino di auto più lente, sfila accanto alla prima bandiera gialla e le lucine sul cruscotto per magia si accendono per cui (se il video non è stato alterato e l'inglese non è un gran web burlone) il pilota è ampiamente avvisato. A meno che, come si vede da un'altra ripresa di un altro video, non ci sia un commissario con bandiera (verde?) che sventolandola potrebbe, di fatto, aver dato il via libera anticipato al tedesco. Fatto sta, Seb affianca Vergne sulla sinistra e completa il sorpasso pochi metri prima di passare accanto alle bandiere verdi elettroniche (anch'esse lampeggianti e che indicano fine pericolo e fine divieti, ndr). Se venisse accertata l'infrazione, la penalità post gara potrebbe arrivare a meno 20 secondi sul tempo finale del Gp. In questo caso Vettel non sarebbe 6°, bensì 8°. E Alonso campione del mondo per un punto.

A questo punto è tutto un fiorire di possibili scenari. Il primo, il più improbabile: qualcuno oggi ci racconterà che si è trattato tutto di uno scherzo sul web. Dai primi riscontri sembra però non esserci dubbio sulla autenticità del video e sull'assenza di ritocchi digitali. Il secondo: i vertici del Cavallino, e cioè il presidente Montezemolo e il Team Principal Domenicali, decidono di andare fino in fondo presso la Fia. In questa eventualità, il ricorso va presentato entro domani, 30 novembre. Sul tema, da Maranello fanno solo sapere che le immagini sono state esaminate attentamente e si valuterà il da farsi. Quanto alla Red Bull, probabile che un eventuale linea difensiva verta sulla necessità, per Vettel, di passare un'auto evidentemente più lenta onde evitare pericoli o sullo sventolio delle bandiere verdi (se verdi) accennato prima.

A questo punto fa comunque sorridere ricordare la frase sibillina di Vettel appena vinto il titolo, «qualcuno fa giochi sporchi...» e riferita alle strategie della Rossa in gara. Vedi la retrocessione di Massa negli Usa. E fa rabbia ricordare quanto accaduto proprio a San Paolo, nel 2008, quando Massa fu campione del mondo per 500 metri.

Cioè fino a quando, pochi istanti dopo, in grosse difficoltà nel diluvio, Glock su Toyota rallentò perdendo all'improvviso manciate di secondi e, opplà, Hamilton lo passò, vincendo il titolo. E furono sospetti. Anche per questo la Ferrari, se un errore c'è davvero stato, deve andare fino in fondo.

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