Vettel si perde nel diluvio Quarto e dietro a Kimi «Si può ancora vincere...»

Pole Hamilton davanti a Bottas. Seb in difficoltà mentre Raikkonen dimostra di saper navigare

Vettel si perde nel diluvio Quarto e dietro a Kimi «Si può ancora vincere...»

Dal nostro inviato a Budapest

Quando Sebastiano la mette così, il problema c'è ed è grosso. «Possiamo ancora vincere» dice, sapendo che partirà quarto. E il pensiero corre a certe sue imprese al via di Le Castellet o alla ripartenza di Baku. Pasticci. E poi c'è l'aggravante: scatterà dietro al compagno, gregario, a fine carriera e prepensionando Raikkonen. Che di per sé non sarebbe un problema visto com'è diventato arrendevole Kimi in fase di sorpasso e paziente in fase di rinnovo. Andrebbe anche in retromarcia pur di restare un altro anno a Maranello. Però la prestazione del nordico quasi quarantenne rende l'idea della situazione: è davanti al caposquadra nelle qualifiche sotto il diluvio. Di più: dice «in queste condizioni, se non avessi trovato del traffico, avrei conquistato comodamente la pole...». Il quattro volte iridato di fila e uomo di punta per la caccia al titolo invece non si raccapezza sul bagnato e cede posizione al finlandese. Peggio: usando il plurale d'ordinanza con cui tutti i piloti parlano della propria prestazione, spiega «sul bagnato non abbiamo la stessa confidenza che sull'asciutto, per cui si deve lavorare...». Frase sibillina perché lascia intendere che sia la Ferrari, e non lui, a non rendere al meglio. «Abbiamo girato poco in queste condizioni» ammetterà dopo, «e non rendiamo come sull'asciutto...». Sott'inteso: come la Mercedes. «Io ho dato il massimo, non è stato un brutto giro» aggiungerà. Insomma, non è lui a doversi impratichire ma la Ferrari a dover trasformarsi in motoscafo.

Il tutto però aggravato dalla prima fila firmata da Hamilton e Bottas su un circuito dove non si sorpassa e con la Ferrari costretta a recuperare diciassette punti nella classifica piloti e otto in quella costruttori. «La pista andava via via migliorando per cui è una situazione legata anche alla tempistica» diranno gli uomini di rosso vestiti. Se non altro, in soccorso arriva la fredda statistica: nelle ultime tredici edizioni, chi ha trionfato a Budapest non ha poi vinto il mondiale. L'ultimo a riuscirci era stato Michael Schumacher nel 2004, ma i meno giovani si ricordano bene che razza di monoposto monstre avesse il tedesco in quella stagione.

Fatto sta, la statistica ungherese dovrebbe convincere il tedesco, oltre ovviamente alle sue recenti difficoltà nel gestire le partenze da dietro, a starsene almeno buono al via. Ma come potrebbe? In fondo va capito. Sull'asciutto, e nelle ultime libere di ieri è arrivata la riconferma, si è compreso da un pezzo che la SF71H non ha più rivali: per potenza del motore, per recupero delle batterie, per erogazione, per bilanciamento.

E poi qui la Rossa andava anche quando nel mondiale navigava a vista; figuriamoci ora che il titolo è un obiettivo dichiarato. In più il meteo dà sole e caldo. Questo stando alle previsioni del tardo pomeriggio di ieri. Poi si sa che Giove Pluvio è tedesco e guida Mercedes e allora può sempre accadere di tutto.

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