Da Villar Perosa alla Premier: non esageriamo

di Tony Damascelli

E sagerùma nen. È un modo di dire piemontese quando si ha la necessità di ridare una giusta dimensione alle cose. Ora, dinanzi al caso di Cristiano Ronaldo, si sta esagerando davvero. Capisco l'euforia e il sogno incredibile del popolo juventino, capisco la gioia, almeno a parole, del portoghese ma trattasi di un grande calciatore che ha realizzato un gol nell'esibizione di Villar Perosa, come altri, prima di lui, avevano fatto, cito a memoria Higuain, Tevez, Pogba, Zidane, Baggio, Platini, Trezeguet, Del Piero, Nedved, Sivori. D'accordo, l'affare Ronaldo è stato un colpo clamoroso ma il calcio italiano è alla disperata ricerca di se stesso, ha bisogno di ritrovare idoli, di giocare con le figurine più importanti e non di discutere con la tattica, l'intensità, la densità e le transizioni.

I fuochi estivi d'artificio vengono presentati come esplosioni uniche, storiche, il gol di Higuain al Real, quello di Lautaro all'Atletico Madrid, la rete di Belotti fanno titolo e speranza e si cade in una retorica anche pericolosa per le illusioni dei tifosi. Anche le prime telecronache, comprese quelle della Premier, sono state confezionate con un'enfasi provinciale, il primo gol di Kantè, quello di Pogba, quell'altro di Sterling e di Salah, annunciati con la voce epica di un accadimento fuori dall'ordinario. Se non c'è l'eccesso non è successo, ecco il problema. Cristiano Ronaldo avrà altre cento occasioni per ribadire il suo talento. Già prevedo che cosa si possa leggere e ascoltare in caso di un suo gol sabato contro gli scampati del Chievo Verona. Cortei, manifestazioni di piazza, sagre paesane.

Se poi lo stesso Cristiano dovesse sbagliare gol e partita, allora processo, interrogativi ambigui, sospetto di pacco rifilato dagli spagnoli, crisi tecnica. Stiamo calmi, cerchiamo almeno il pensiero, prima della parola.

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