Da qualunque parte la si prenda, Juventus-Fiorentina è una questione di fede. Da una parte Federico Chiesa dall'altra Federico Bernardeschi. Talenti cristallini, sui quali dovrebbe reggersi anche la Nazionale del futuro.
Massimiliano Allegri spinge il grande ex della sfida: «È giusto che giochi... È normale che per lui sia una partita particolare. Non è scappato da Firenze. Gli urleranno contro di tutto, ma lui è molto tranquillo. È un ragazzo anche scanzonato». Certo dall'estate scorsa, quando ha scelto la Torino bianconera, non sono mancati i contrasti social con presunti tifosi viola. Quindi non sarà un ritorno semplice per Bernardeschi, secondo per difficoltà solo a quello di un altro ex, Roberto Baggio.
Stefano Pioli, che pure è stato un doppio ex da giocatore, ha anche parlato di una telefonata al numero trentatré bianconero prima del trasferimento, ma «i giochi erano ormai fatti» per quaranta milioni di euro. E allora l'allenatore della Fiorentina si tiene stretto Chiesa: «Sono felice di allenare il Federico che abbiamo in rosa». Non si sa ancora per quanto, perché il Napoli è sulle sue tracce, essendo il suo acquisto una delle condizioni poste da Maurizio Sarri ad Aurelio De Laurentiis per firmare il rinnovo del contratto. E comunque sul figlio d'arte, erede di Enrico, anche la Signora ha fatto più di un pensiero. I bianconeri sono nel suo destino, dall'agosto del 2016 quando Paulo Sousa lo fece esordire in serie A proprio nella casa della Signora. Allegri, non a caso, è l'unico che cita tra gli avversari: «Tira molto in porta». Sorvegliato speciale in una squadra al secondo posto nel campionato dei tiri nello specchio.
Fede contro Fede senza incrociarsi. Perché entrambi partiranno dalla destra, sempre che Pioli non dirotti il suo di Federico a sinistra come ha fatto qualche volta. Sulla carta i due saranno agli opposti. Come lo è da sempre la storia di Fiorentina e Juventus. In casa viola provano a scaldarla dall'ex granata Benassi («come un derby») al Cholito Simeone («la immagino come una Waterloo»). Detto da chi ha già fatto male alla Signora segnando una doppietta da sogno con la maglia del Genoa.
A Firenze la sfida con i biaconeri è «la partita». Allegri non si scompone, non si attacca al calendario che gli riserva in due giornate le rivali storiche. Il Torino dopo la Fiorentina, Due squadre, due società, due tifoserie, che spesso si ritrovano a puntare tutto sulla sfida contro la Juventus per salvare la stagione. Pioli al sedicesimo tentativo tenterà di battere la Signora, contro cui ha solo raccolto tre pareggi. «Farlo con la Fiorentina sarebbe la soluzione migliore», dice l'ex tecnico dell'Inter che avverte: «È già successo che si battesse una Juventus più forte». Sa che potrà contare sui tifosi e quindi il messaggio è alla squadra: «Bisogna andare oltre i propri limiti». Allegri invece chiede ai suoi «una partita seria».
Perché Fiorentina-Juventus è una questione di fede. Ma per la Signora è anche l'occasione per tornare in vetta per una notte. E poi aspettare la risposta del Napoli capolista costruito da Sarri, che per Allegri «ha il 99 per cento dei meriti».
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