Si siede e ti guarda con gli occhioni impauriti, in fondo è la sua prima vera conferenza stampa e allora tutto può essere. Solo che Camila Giorgi è appena uscita dal campo dopo aver disintegrato Flavia Pennetta al primo turno di Wimbledon, e la differenza si vede. Perché sull’erba il suo primo successo in uno slam è stato conquistato colpendo duro e sempre, sulla sedia della sala interviste se potesse – Camila – rimpicciolirebbe. Meno male che c’è papà Sergio, il suo allenatore (“senza sapere nulla di tennis” dice) e soprattutto la sua ombra. Camila, con una elle sola perché Sergio e Claudia vengono dall’Argentina, racconta allora la sua strana vita da giramondo, partita da Macerata dove la famiglia era tornata sulle orme dei padri (e dei nonni) e finita (per ora) a Miami ad allenarsi a picchiare palline. “E poco altro – dice Camila rintanandosi dietro gli occhioni - , perché per il resto mi piace andare al mare con le amiche o al cinema a vedere drammoni o film d’amore”. Romantica insomma: “Ma il fidanzato non ce l’ho”.
Questa insomma sarebbe la prossima numero uno del mondo, perché papà Sergio – quando lei aveva solo 14 anni – disse che sarebbe finita così. E però anche se adesso è solo al numero 146, il fatto di aver eliminato la prima italiana di sempre ad essere arrivata nella Top 10 le fa dire che presto si avvererà il sogno di papà: “io lavoro tutti i giorni per questo, so che succederà”. Nel frattempo Camila, che in Italia non viene mai ma che dice di essere italianissima, scala la classifica dopo aver girato il mondo e non aver trovato un allenatore che le piacesse: “Così gioco con i ragazzi a Miami. Le ragazze? No, non mi piace neanche vederle”. Sarà anche perché, dopo aver rischiato di diventare nazionale di ginnastica a 5 anni, Camila diventò tennista per gelosia nei confronti dei fratelli, Leando e Amedeus, quest’ultimo ora sedicenne e avvito a una carriera da calciatore: “Lui sogna di venire a sfondare in Europa”. Lei invece, Camila, nonostante il visino angelico e le fattezze da modella limitate da un’altezza relativa (167 centimetri), s’è perfino dedicata alla boxe quando era in Francia, ed era talmente brava che il padre avrebbe voluto farla combattere almeno una volta, “perché in fondo – sostiene la Giorgi – il tennis e pugilato si assomigliano nelle movenze”.
Papà Sergio annuisce, visto che da ex combattente nelle Falkland il mondo lo vede un po’ così, però poi Camila sgrana gli occhioni e ti chiedi come può essere davvero la stessa che qualche metro più in là menava con la racchetta sul campo. Poi le chiedi: “Sei credente Camila? “. E lei: “Non sono praticante, diciamo che credo in qualcosa”. Soprattutto in se stessa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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