N on c'è alcuna differenza tra le buche che devastano Roma, i cassonetti ricolmi di rifiuti e lo striscione esposto a Trigoria. Così come c'è una logica tra il degrado di una città e la voce di una radio che rutta quotidianamente insulti e si augura un infortunio grave a un calciatore. Roma è capitale di questo mondo schifoso, è diventata il simbolo di uno sfascio che trova, nel football, la sua espressione più vergognosa e infame, tra cori razzisti e minacce ultras. Non è più tifo, non è soltanto sfida. È la gomorra di una società che non ha più limiti, nei testi violenti di un rapper sconosciuto alla dogana di Chiasso alla degenerazione dei rapporti sociali, inquinati dalle fazioni politiche e religiose, infine calcistiche. Deridere la malattia di Mihajlovic, sghignazzare per l'infortunio di Zaniolo, sbeffeggiare il tentativo di suicidio di Pessotto, insultare la memoria di Paparelli, esultare per i caduti di Superga o i morti dell'Heysel, sono i distintivi maledetti di questa folla di zombi che agita il calcio e poi lascia segni di unto nella vita quotidiana. Non servono minuti di silenzio per lavarsi la coscienza se un secondo prima o un minuto dopo si torna a vomitare sterco come accade dovunque nelle strade, nelle piazze, negli stadi, in curva e in tribuna d'onore. Lo striscione di Trigoria non è l'ultima stazione di questa vergogna umana, gli ignoranti e i violenti godono di protezione e sfruttano la paura che procurano. Oggi all'Olimpico si gioca un derby che è figlio di questo virus e che contagia qualunque partita. Stasera a Napoli si prevedono fischi e contumelie nei confronti di Sarri, come era accaduto a Firenze contro Gasperini o a Lecce contro Conte. È lo scempio dello sport, della contesa che prevede lo sfottò, i fischi ma non l'offesa continua, impunita se non con un pugno di euro.
Inutile dire basta perché la melma continuerà a tracimare anche per colpa di una parte di noi giornalisti, omertosi o complici di questi canari, in ultimo laziali o romanisti, comunque italiani. Non illudiamoci. Oggi stesso si ricomincia. Del resto la città eterna nacque con due soli abitanti. Fu subito derby. E uno uccise l'altro.
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