Sprechi alla Regione Lazio

RomaAgli amministratori a caccia di sprechi, a volte basta aprire gli armadi e spigolare tra le delibere delle amministrazioni precedenti. Spesso vengono fuori poste da tagliare comodamente, senza compromettere la pace sociale. Merce preziosissima, in particolare per una Regione come il Lazio, alle prese con il debito della sanità più pesante d’Italia.
Una situazione limite l’ha segnalata ieri un lumbard doc come il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli. «La povera Renata Polverini - ha spiegato in un’intervista - si è ritrovata con un appalto per la manutenzione delle assi dei water delle sedi regionali, da 750mila euro all’anno».
Spesa abnorme che è difficile immaginare tra quelle incomprimibili. L’idea che si possa spendere così tanto per le tavolette - peraltro in una regione dove i bambini delle scuole devono portare da casa la carta igienica - non è piaciuta a nessuno. In primo luogo a Polverini. «Non so come Calderoli lo abbia saputo, ma confermo. Stiamo vedendo come rimodulare questo appalto». Il governatore ha poi guidato i giornalisti che si trovavano in sede per la presentazione del piano di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, a fare un tour tra i bagni della Regione. «Abbiamo splendide tavolette - ha detto ironicamente - ma in compenso non c’è un water che non perda acqua».
Il sistema è effettivamente complesso e consiste in una pellicola che copre la tavoletta e viene ritirata una volta usata. «Copri water elettrici», li descrive la determinazione dirigenziale del luglio scorso che ha prorogato lo stanziamento per la manutenzione e la fornitura del materiale. Per farli funzionare servono pellicole (99 euro per 10 rotoli Iva esclusa), sei pezzi di batterie che alla Regione costano 98,70 euro più Iva a pacco e poi la manutenzione. Una tavoletta «futurista» costa 280 euro.
La cifra non è esattamente quella segnalata da Calderoli, ma ci si avvicina. Per il 2009 sono stanziati quasi 300mila euro tra forniture e manutenzione, mentre per il 2010 la cifra sale a 365mila. In tutto 665mila euro in due anni. In un’altra determinazione viene deciso di impegnare nel 2009, 256mila euro per le spese del sistema.
La decisione di utilizzarle risale all’ottobre 2000 «al fine della salvaguardia della salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro» ed era limitata ai bagni delle donne di uno stabile in uso alla Regione. Poi è stato esteso anche agli altri. Leggendo la determinazione si capisce che non ci sono alternative alla ditta che fornisce i copri-trono elettrici.

«Impossibile» fare una gara perché mancano operatori concorrenti (in sostanza nessuno produce le stesse pellicole), «inefficiente» raggiungere «la medesima finalità di tutela della salute» acquistando altri materiali, spiega il dirigente. L’idea di sostituire le tavolette high tech con quelle in uso nella stragrande maggioranza di case, scuole e uffici italiani, non viene contemplata dal dirigente.

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