Sono i mestatori del caos e si nutrono della nostra paura. Qualcuno li chiama squali, altri vampiri, gente fredda, astuta, che sa dove si trova il sugo del sale. In realtà si muovono semplicemente da professionisti. Il gioco cinico della finanza è il loro mestiere. Sono quelli che movimentano gli scambi quando la seduta è piatta. A modo loro sono dei fantasisti. Ma adesso buttano sul mercato bastimenti carichi di paura. Bisogna andare a fondo per trovare, quando il panico è passato, i grandi guadagni, perché loro saranno i primi, i più veloci, a risalire. Comandano il gioco.
Un vecchio lupo delleconomia raccontava, qualche giorno fa, che ha sempre provato un piacere un po sadico nellosservare i comportamenti umani davanti alle tempeste finanziarie. Le grandi fortune nascono da crisi come questa. Molti si rovinano, la gente normale prega per la casa e per il lavoro, i più coraggiosi faticano il doppio e puntano sulleconomia reale, si inventano qualche nuova impresa, vedono corridoi finora nascosti. I professionisti del gioco dazzardo di Wall Street e dintorni invece fanno «all in» e si portano a casa il malloppo. Diceva, sempre leconomista, che questi qui sono un po come i monatti. Non hanno paura della peste. Il sangue freddo, e lesperienza, li rendono immuni. E così si muovono liberamente in un mondo devastato dal caos e dalla paura.
Guardate un po quello che accade a Piazza Affari sui titoli Intesa e Unicredit. Verso la chiusura, soprattutto due giorni fa, si notavano oscillazioni anomale. Cera qualcuno che sparava maxi pacchetti di titoli in vendita, provocando improvvise cadute. E il clima negativo della giornata diventava ancora più pesante. È un po come spingere di nuovo sottacqua la testa di un uomo che sta affogando.
Il vecchio economista ora sostiene che il principio cardine dei governi in queste ore, le banche non devono e non possono fallire, è magari sacrosanto ma fa un po il gioco dei monatti. Scommettono sul fallimento della banca, la mandano giù, ma sanno che non rischiano di perdere tutto per troppo azzardo. Il gioco è far fallire una banca che non può fallire.
Vittorio Macioce
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