Lucia Resta
I «vigilini» della Sta non sfidano soltanto le regole del codice della strada, ma anche quelle ferree della logica. Così è possibile che un ottantenne senza macchina e patente da dieci anni si ritrovi multato da uno dei solerti ausiliari del traffico. O che un automobilista imbottigliato nel traffico in piazza Annibaliano riceva una contravvenzione perché «sostava al centro della carreggiata recando pericolo e grave intralcio». Questi sono solo due dei casi che rientrano nella top ten della multe eclatanti che superano la più fervida delle fantasie, raccolte dallo «Sportello del cittadino» promosso da Alleanza nazionale.
In un anno di lavoro gli avvocati di Azione legale, lassociazione che ha curato liniziativa, hanno presentato circa duemila ricorsi al giudice di pace ottenendo il 100 per cento dei successi. «È la prova di un sistema che non funziona - dice Luca Malcotti, consigliere comunale di An -. I romani continuano a subire torti da parte degli ausiliari del traffico. Inoltre, stimiamo che presso i 260 giudici di pace di Roma vi siano tra i 3.200 e i 3.500 ricorsi al mese, per un totale di circa 40mila lanno». E anche in questo caso i numeri danno torto al Comune. «Sui 40mila ricorsi, il 95 per cento sono vinti - afferma Roberta Angelilli, capodelegazione di An al Parlamento europeo -. Questo significa che la maggior parte delle multe è illegittima. È uningiusta persecuzione che comporta spese enormi anche per lamministrazione». Infatti, se a incassare i soldi delle contravvenzioni è la Sta, che ne passa solamente una parte al Comune, è questultimo a doversi accollare i costi legali dei ricorsi perduti. «Senza considerare - aggiunge la Angelilli - che molte persone pagano la multa, anche se illegittima, perché non sanno come fare il ricorso o perché non vogliono perdere tempo e soldi con gli avvocati».
Un grave problema è la scarsa preparazione dei «vigilini» che vengono assunti senza alcun concorso direttamente dalla Sta e poi dotati della qualifica di pubblico ufficiale dal sindaco. «Le competenze degli ausiliari - spiega Antonino Galletti, avvocato e presidente di Azione legale - sono indicate in modo chiaro dalla legge: possono multare solo nelle zone delimitate dalle strisce blu e dalle corsie preferenziali. Nonostante questi limiti, continuano a operare in maniera illegittima. Questo avviene perché non hanno una preparazione adeguata. Dopo averli assunti, il Comune dovrebbe obbligarli a seguire dei corsi, magari tenuti dagli stessi giudici di pace». La valanga di ricorsi dipenderebbe quindi dal fatto che i «vigilini» non conoscono bene il codice della strada e in più lavorano a cottimo: «Fare un tot di multe - afferma la Angelilli - significa salvaguardare il proprio posto di lavoro».
Le preoccupazioni di An riguardano inoltre limminente fusione della Sta con Atac prevista per il 12 di questo mese. «Devono ancora presentare il piano industriale dellAtac, che abbiamo più volte richiesto - prosegue Malcotti -. Speriamo che sia loccasione giusta per fare chiarezza sulle competenze degli ausiliari, prevedendo magari una maggiore attenzione alla loro formazione.
Uno solo è il modo di risolvere il problema secondo An: «Serve un condono generalizzato - conclude Malcotti - visto che moltissime multe sono illegittime».
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