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Stadi, Pisanu deciso a multare i club

Alessandro Ursic

I campionati partiranno normalmente, e non ci saranno partite in campo neutro. Ma sulla questione sicurezza negli stadi il governo non transige, al massimo viene incontro. Quindi: nessuna proroga sugli «interventi urgenti» necessari per adeguare gli impianti alle nuove normative antiviolenza, solo un po’ di buon senso per non distribuire subito multe salate. Lo ha deciso ieri l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. Adeguare la sicurezza degli stadi italiani agli standard internazionali «è un obiettivo irrinunciabile», ha detto il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, «le nuove norme vanno attuate con la necessaria flessibilità, ma senza nulla concedere ad atteggiamenti dilatori». Il messaggio rivolto alle società è chiaro: fare i furbi e sperare nel solito pastrocchio non pagherà.
Le situazioni di irregolarità, assicura il Viminale, saranno valutate caso per caso. Ma a due giorni dall’inizio del campionato la questione della sicurezza è in alto mare. Le squadre di serie A in grado di emettere biglietti nominativi, una delle principali novità del decreto Pisanu, sono poco più della metà, e per molte si tratta solo dei tagliandi di alcuni settori: per Ascoli-Milan di domenica, non un solo biglietto sarà nominativo, ma è stato chiuso un occhio e la vendita è già partita ieri. L’installazione dei tornelli ai varchi degli stadi e delle videocamere è in alto mare, il reclutamento e l’addestramento degli steward procede a rilento.
La possibilità di una proroga resiste per gli «interventi strutturali», quelli in sostanza relativi agli adeguamenti degli stadi, ma solo se le società presentano un progetto. Per questi ritardi, difficilmente si userà da subito la mano pesante. Ma l’equazione «un biglietto un nome» fa invece parte delle misure urgenti. Le sanzioni per i club inadempienti vanno dai 5mila euro alla chiusura dello stadio. Magari non si arriverà alla misura estrema: ma allo stato attuale è probabile che dopo le partite di domenica sulle società pioveranno multe.
Ancora più caotica è la situazione per gli orari delle partite di serie B, programmate dalla Lega Calcio alle 15 del sabato. Dopo la protesta dei sindaci di 15 città su 22, ieri sono scattati i primi, annunciati, provvedimenti. I Comuni di Verona, Cesena e Piacenza hanno formalizzato con un’ordinanza il divieto di utilizzare gli stadi a quell’ora, per motivi economici e di ordine pubblico. Le squadre sono praticamente sfrattate. Il braccio di ferro potrebbe essere sbloccato oggi o domani da un incontro tra i rappresentanti dei comuni ribelli e la Lega, annunciato ieri dal sindaco di Piacenza dopo un colloquio con Pisanu. Molte partite di questo sabato rischiano di essere spostate alle 20.30, o anche di saltare. Ma una soluzione che accontenti tutti non si vede.

Sky ha già fatto sapere che una B di sera o di domenica pomeriggio, in contemporanea con la serie A, potrebbe anche non interessarle più.

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