Massimiliano Scafi
da Roma
Il governo Prodi? «Tradisce lidentità profonda dellItalia», rifiuta «la volontà espressa dagli elettori» nel referendum sulla fecondazione assistita e «scimmiotta grottescamente esperienze doltre confine». E la scelta di coprire Fabio Mussi, che ha tolto la firma italiana dal manifesto etico? Una mossa infelice di «malintesa laicità», una «indebita intrusione nellambito di valori etici che non sono negoziabili», una presa di posizione «nata dalla preoccupazione di rassicurare le componenti più radicali della maggioranza».
Nero su bianco, ecco come lOsservatore Romano bolla gli ultimi passi dellesecutivo sullo sdrucciolevole terreno delle staminali. Un anatema in piena regola, arrivato subito dopo la bocciatura di una mozione della Cdl contro il ministro della Ricerca e alla vigilia dellaudizione di Mussi e la Turco in Senato sulle staminali, una scomunica diretta stavolta non più solo contro un singolo ministro: «Sembra che al di là degli interventi personali - si legge sul quotidiano - lorientamento del governo italiano si sia ormai sempre più delineato attraverso posizioni di malintesa laicità. La maggior parte dei cittadini ha già dimostrato contrarietà a fare sperimentazione su cellule staminali embrionali». Così, anche se a Palazzo Chigi cè il cattolico Romano Prodi, alla Santa Sede sembra che ci sia un altro Zapatero, che al di là del Tevere in questo momento viene visto quasi come il diavolo.
Dalla presidenza del Consiglio nessun commento ufficiale, filtra solo lo «stupore» del Professore, impegnato a Berlino nei colloqui con la Merkel. La replica viene affidata a Gavino Angius. Il vicepresidente del Senato evita di polemizzare direttamente con il Vaticano, però tiene il punto: «Voglio solo ricordare che la legge appartiene a tutti e che la laicità è un principio di neutralità delle istituzioni pubbliche rispetto allappartenenza o non appartenenza di fede. Nel nostro Paese oggi io vedo questo principio messo in discussione». Certo, aggiunge, cè anche «un fenomeno importante» da capire: «La presenza delle Chiese sta aumentando nella sfera pubblica ad Oriente e in alcuni casi pure in Occidente. Questo è insieme negativo e positivo. Da un lato rappresenta una risposta alla crisi della politica, dallaltro è un fenomeno di interferenza».
In questo clima lintergruppo dei cattolici rischia di abortire prima ancora di nascere. Servono una serie di incontri e di mediazioni per salvare lesperimento di un coordinamento trasversale, che partirà oggi. Enrico La Loggia invita i cattolici dellUnione a «battere un colpo». «Hanno una posizione debole e appiattita - sostiene il vicepresidente dei deputati di Forza Italia -, stanno verificando limpossibilità di distinguo nella maggioranza. Esprimo amarezza per i tanti disposti a svendere i propri valori per un malinteso senso della coalizione». Alfredo Mantovano se la prende con i due senatori della Margherita Luigi Bobba e Paola Binetti: «I principi non sono negoziabili». E per Elisabetta Gardini «il centrosinistra vuole stravolgere i valori etici».
Ma dietro questo pressing i cattolici dellUnione vedono un tentativo di mettere un cuneo nella maggioranza. Clemente Mastella chiede al centrodestra di «non usare questi temi come una clava, strumentalizzando questioni delicate e difficilissime: la politica è importante, ma non può essere totalizzante».
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