«Stanca tagli i costi del personale non i progetti di cooperazione»

«Risparmiare sui costi del personale, non sui progetti di cooperazione». É un avvertimento, più che un consiglio, quello che il sindaco Letizia Moratti rivolge all’ad della società Expo. Lucio Stanca dopo il cda di venerdì scorso ha annunciato un piano di austerity per contenere i costi dell’evento, una sforbiciata a «eventi, comunicazione e progetti di cooperazione nel mondo». Ma ha chiesto insieme un aiuto da Roma perchè i fondi già stanziati per il 2010 sono bloccati dalla burocrazia. In soldoni: non sono ancora arrivati, e se non succede in fretta qualcosa sono a rischio la progettazione e la realizzazione delle opere. Ma il sindaco questa volta non assicura che farà da sponda tra società e governo. Premette subito che «i tagli non devono riguardare i programmi di cooperazione internazionale». E fa presente che ha già chiesto ad Expo spa «di preparare un piano economico-finanziario che preveda una maggiore sinergia con gli enti locali e con quei soggetti pubblici che possono portare dei risparmi dal punto di vista dei costi, in particolare del personale». Una parte del lavoro in pratica potrebbe essere assorbita gratuitamente da Comune, Regione e Provincia. «Ho chiesto alla società di fare prima questo sforzo, poi sosterrò quello che ha chiesto al governo».
In tredici mesi, dal dicembre 2008 a fine 2009, la società Expo ha speso 4,2 milioni di euro per il personale, circa la metà dei costi complessivi (pari a 8,5 milioni). In media, hanno durante il periodo in esame hanno lavorato 58 persone (dodici dirigenti, dodici quadri, 19 impiegati e quindici collaboratori). Vuol dire un reddito medio di 72mila euro all’anno, seimila al mese (che variano ovviamente a seconda delle posizioni). Solo per amministratore delegato e dirigenti ogni anno vengono spesi circa due milioni e mezzo di euro. Stanca guadagna ne guadagna 300mila, più una parte variabile che può arrivare a 150mila, a cui però l’ad per il 2009 ha già rinunciato. L’austerity insomma, secondo il sindaco deve partire innanzitutto su questo fronte.
Avanti tutta con la cooperazione internazionale. Una difesa (del sindaco) tanto più convinta ieri, dopo le iniziative lanciate a Palazzo Marino dall’«Advisory board 2015, Women and Expo». In pratica il comitato delle donne che sono scese in campo per far sì che l’evento milanese sia fortemente «rosa». La Moratti ha riunito Cherie Blair, Kerry Kennedy, Rhoda Peace Tumusiime, il ministro Mara Carfagna, Emma Bonino, Diana Bracco, Mariolina Moioli, Livia Pomodoro e Federica Olivares. Ieri hanno esaminato 20 progetti e deciso di sostenerne subito tre. Assente il presidente del board, la regina Rania di Giordania, ma è proprio il «suo» acquedotto della pace - 180 chilometri per collegare il Mar Morto con il Mar Rosso - già approvato dalle autorità di Giordania, Israele e Palestina, che il comitato ha scelto di sostenere e farne il progetto-bandiera. «La mancanza di acqua in quella zona è causa anche di conflitti», ricorda la Moratti.

Già approvato anche il sostegno al programma della Fondazione Cherie Blair per dotare di telefoni cellulari 4mila coltivatrici in Kenya e quello per aiutare (anche con stage a Milano) 850 ragazze del Togo nella coltivazione e distribuzione del pomodoro.

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