La stangata sale anche sull’auto aziendale

Per imprese e lavoratori sarà un aggravio di 5 miliardi

Pierluigi Bonora

da Milano

«Mi sembra che più che di sostegno allo sviluppo, si possa parlare di aver puntato a tassare in misura maggiore. Dovendo recuperare un impatto potenziale di 5 miliardi di gettito dell’Iva con un intervento immediato, la cosa migliore e più facile per il governo era quella di aggravare le imposte sullo stesso capitolo oggetto della recente sentenza di Bruxelles, cioè l’auto aziendale. E così è stato». Il colpo basso assestato dal governo, uno dei tanti nelle pieghe della Finanziaria, che prevede la consistente riduzione della possibilità per gli operatori economici di dedurre dal reddito i costi di esercizio delle vetture aziendali, è visto dal settore come estremamente penalizzante anche se in parte atteso. A parlare per tutti è Gianluca Soma, presidente di Aniasa, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta le aziende dell’autonoleggio e dei servizi automobilistici (vale un fatturato di 3,7 miliardi, una flotta di 600mila veicoli, nonché l’acquisto sul mercato italiano di 272mila veicoli nuovi di fabbrica, pari al 12% del dato nazionale).
In pratica, i provvedimenti varati in questi giorni dal governo Prodi vanificano i vantaggi per il settore derivati dalla sentenza della Corte di giustizia Ue che ha comportato per lo Stato rimborsi dell’Iva nell’ordine di 13,4 miliardi con un buco nei conti di 3,7 miliardi già per l’anno in corso. Una tegola pesante per il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, che è dovuto correre ai ripari studiando con i suoi tecnici il modo più rapido e indolore per far fronte all’emergenza. Da qui il giro di vite: i contribuenti del settore auto, già a partire da quest’anno, dovranno sostenere un aggravio del prelievo di 5 miliardi, mentre la deduzione viene ridotta della metà per i professionisti (la quota di deducibilità dei costi riguardanti i veicoli aziendali si dimezza dal 50 al 25%), restando invece confermata per la categoria dei rappresentanti.
«Il governo - commenta Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor - ha tolto con una mano quello che la sentenza della Corte di giustizia gli imponeva di dare con l’altra. L’input di Bruxelles avrebbe garantito un impulso agli acquisti di auto aziendali quantificabile in 100mila immatricolazioni su base annua. Ora, dopo il provvedimento di Palazzo Chigi, l’impatto sulla domanda non potrà che essere negativo e ben difficilmente avrà modo di essere compensato sul mercato, considerato nel suo complesso, dai nuovi incentivi che premiano i veicoli Euro 4 ed Euro 5».
Ma a farsi strada ci sono altri problemi che comporteranno ulteriori aggravi dei costi per gli operatori del settore. «È una materia molto complessa - spiega Soma - e, per entrare bene nello specifico, sarà necessaria una maggiore comunicazione verso la clientela con l’inevitabile aumento degli oneri per gestire tutto questo». «Comunque - aggiunge il presidente di Aniasa - è inopportuno parlare di un settore prossimo alla crisi. C’è, piuttosto, il rischio di un impatto di tipo psicologico visto che da anni il comparto dei veicoli aziendali sostiene il mercato italiano delle automobili. Il nostro è un settore vitale che ha contribuito fattivamente al rinnovo del parco circolante con benefici per l’ambiente e la sicurezza di tutti».
Il settore, intanto, è deciso a dare battaglia a partire dall’incontro in programma il 18 ottobre prossimo a Milano durante il quale l’Aniasa farà l’annuale punto sullo stato del noleggio e delle auto aziendali nel Paese. «È certo che ci faremo sentire - avverte il presidente Soma -. Parleremo con il governo e, nell’occasione, porteremo in visione ai tecnici del ministero i nostri conti.

Faremo capire loro che un provvedimento del genere non fa altro che aumentare la confusione e rischia anche di avere un impatto fortemente negativo sul mercato dell’auto, da alcuni mesi con il segno negativo. A Roma non sono stati abbastanza creativi e, per ovviare alla sentenza dell’Ue, hanno optato per una soluzione diabolica e tutto sommato banale».

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