Egregio Signor Mario Cervi,
sono avvilito sinceramente per essere cittadino di un Paese chiamato Italia, in cui quattro regioni sono soggette alla mafia; dove la borghesia meridionale si dimostra incapace di governare, è amorfa, parassitaria; dove esiste una società civile menefreghista, insofferente delle leggi; dove il Carabiniere è il nemico dichiarato. Il ministro Maroni è ammirevole (uno dei pochi se non lunico di quanti siedono in Parlamento), ma se non si affretta a far prolungare i termini della carcerazione preventiva, ci penseranno i giudici e gli avvocati a rimettere in libertà i mafiosi sottochiave. Mi dispiace per Tremonti e per Berlusconi, luno per la Banca del Sud e laltro per il sogno del Ponte di Messina.
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