La stanza di Mario Cervi

Gentile Dott. Cervi, seguo da sempre la Sua «Stanza» che di solito mi trova in sintonia con Lei... Ma stavolta mi duole dirle che mi schiero con il signor Luciano Salera nella sua su Garibaldi del 29/01. Non so se questo lettore sia anche l’autore di alcuni libri di storia risorgimentale, ineccepibilmente documentati. Se lo è tanto meglio. Vede, caro Cervi, Buffon diceva che lo stile è l’uomo. Dunque non sottovaluterei come battute, come da Lei fatto, le frasi di Garibaldi citate da Salera: non hanno niente a che vedere con quelli che lei chiama gli «insulti infamanti» a opera di qualche clericale nei riguardi dei cosiddetti Padri della Patria Unita, come Lei sottolinea nella Sua risposta. Perché Garibaldi non era uno qualunque. Quelle frasi sono l’uomo, esse sono state dette da uno considerato una specie di Dio del Risorgimento, santificato ovunque (anche perché doveva avere il dono dell’ubiquità come san Giuseppe da Copertino, non esiste infatti paese o cittadina che non si glori di averlo alloggiato). Si può benissimo essere anticlericali, ma non così. Come era giusto unire l’Italia, ma non così. Lei mi dirà che Garibaldi era un eroe.

A parte che sarà anche stato un eroe, ma era ampiamente spalleggiato dagli aiuti stranieri, io, anche per restare in tema escrementizio che gli era caro, sa cosa gli avrei risposto? Che, come diceva Flaubert, «gli eroi mandano cattivo odore»!
Fiesole (Firenze)

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