Politica

Statali, Baccini ai sindacati: «Non scioperate»

da Roma

I vertici di Cgil, Cisl e Uil si ritrovano oggi per decidere se, in caso di mancato accordo con il governo sul pubblico impiego, dovrà scattare un calendario di lotta fino allo sciopero generale. Pesano sull’incontro le riserve esplicite pronunciate dal segretario della Uil, Luigi Angeletti, che ha sollecitato forme differenti di protesta. «A costo di restare isolato - ha detto - io lo sciopero non lo faccio». Mentre il governo con Mario Baccini e Roberto Maroni, invita i sindacati alla prudenza: «Uno sciopero generale è inutile in queste condizioni, e non servirà a farci cambiare idea», avverte il ministro del Welfare; mentre il titolare della Funzione pubblica chiede di attendere l’esito dell’incontro di giovedì.
Cgil e Cisl, di fronte alla frenata di Angeletti, assumono atteggiamenti diversi. Guglielmo Epifani ricorda che «il giudizio sulla crisi è comune con la Uil. Il sindacato - aggiunge - non può permettersi la paralisi, e le ragioni della lotta ci sono tutte: i contratti che non si chiudono, la situazione economica disastrosa». Più forti le parole di Savino Pezzotta: «Qualcuno non sta ai patti. Con Cgil e Uil - afferma il segretario cislino - avevamo concordato quattro ore di stop per Regione. C’è una situazione di rischio sociale - aggiunge - però sui contratti pubblici non arretriamo di un centesimo». Ed al premier Berlusconi, che ha proposto uno scambio fra maggiori incrementi salariali e maggiore mobilità nella pubblica amministrazione, Pezzotta replica duramente: «Col presidente del Consiglio niente scambi: se vuole discutere di riforme - dice ancora il leader della Cisl - siamo pronti a farlo, ma solo dopo aver rinnovato i contratti».
La situazione è dunque piuttosto fluida, in attesa di giovedì, giorno in cui s’incontreranno governo e sindacati per un tentativo di mediazione sul contratto. «Un eventuale sciopero a sostegno della vertenza è inopportuno - ricorda il ministro della Funzione pubblica Mario Baccini - proprio perché giovedì si apre il tavolo con il governo, e un’agitazione non aiuta di certo la trattativa». La Funzione pubblica lavora in queste ore per portare all’incontro una proposta che tenga conto sia delle richieste sindacali, sia della proposta di Berlusconi. «La proposta - spiega Baccini - comprenderà aspetti tecnici e cifre, ma dovrà anche tener conto delle esigenze economiche e competitive del Paese». «Il sindacato dovrebbe essere responsabile, e valutare anche la situazione finanziaria», aggiunge Maroni.
Oltre ai costi per il rinnovo dei contratti pubblici, sul tavolo di Domenico Siniscalco c’è il decreto Irap.

Da oggi riprende il lavoro sul provvedimento da varare in giugno: probabilmente lo sgravio sarà pari a 4 miliardi di euro l’anno per tre anni.
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