Le denunce, la richiesta di tso e il codice rosso. Così si sarebbe potuta salvare Sharon Verzeni

"Tutti sapevano" che Moussa Sangare fosse pericoloso ma nessuno è mai intervenuto per evitare la tragedia e a pagare è stata un'innocente che nemmeno conosceva

Le denunce, la richiesta di tso e il codice rosso. Così si sarebbe potuta salvare Sharon Verzeni
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Un omicidio "per nulla". Così viene definito l'assassinio di Sharon Verzeni, accoltellata a morte da Moussa Sangare senza un apparente motivo. I due non si conocevano, non c'erano mai stati contatti in precedenza e non c'era nulla che li legasse. L'uomo è uscito di casa con quattro coltelli quella notte e questo, stando ai parenti della vittima, dovrebbe configurare una precisa volontà di uccidere, una premeditazione. Ora si va verso la perizia psichiatrica per Sangare, ben noto nella cittadina in cui viveva in un appartamento occupato dopo essere stato denunciato tre volte e allontanato da sua madre e sua sorella per maltrattamenti. Esistono, quindi, dei precedenti a suo carico, che avrebbero dovuto far scattare i campanelli d'allarme sull'uomo.

Eppure, niente è stato fatto e a pagare è stata una donna a caso, Sharon, nonostante Sangare sia stato segnalato ai servizi sociali di Susio, sia dalla sorella che dai vicini di casa, che hanno anche effettuato delle segnalazioni nei suoi confronti in passato. Tutto inizia nel 2023 quando prova a incendiare l'appartamento in cui viveva con madre e sorella. Successivamente la ragazza ha chiesto un intervento sanitario per il fratello a cui nessuno ha mai dato seguito. Esiste anche l'attivazione di un codice rosso per i maltrattamenti contro la sorella ma nessun provvedimento era stato preso perché, viene riferito, il killer di Sharon aveva interrotto i rapporti con le sue vittime. Non si è pensato che avrebbe potuto rivolgere la sua rabbia altrove, che avrebbe potuto cercarne altre.

"Alle tre di notte sentivo le botte, sembrava che venisse giù il soffitto. Una persona con rabbia accumulata, che nel subconscio ha il male", ha dichiarato la vicina di casa che lo ha denunciato più volte: "Ho chiamato sindaco, assistenti sociali e carabinieri". Nonostante questo, Sangare era libero, nessuno si è ma preoccupato di lui, ha mai pensato che la situazione potesse degenerare. "Tutti sapevano", ha concluso la donna. Perché nessuno è intervenuto, almeno per verificare? Le segnalazioni c'erano, le denunce pure. Ha dovuto ammazzare una donna a sangue freddo perché ci si rendesse conto che era una bomba pronta a esplodere. "Ho visto una ragazza con le cuffiette che guardava le stelle nel cielo.

L'ho avvicinata da dietro, le ho messo una mano sulla spalla e le ho detto: 'Scusa per quello che sta per succedere'. Ho colpito al cuore perchè volevo ucciderla. Ma non ci sono riuscito", ha dichiarato Sangare agli inquirenti che l'hanno interrogato.

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