Stati Uniti Obama e Bernanke lanciano l’allarme sul deficit

Il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha avvertito che l’aumento del deficit fa crescere il rischio di instabilità finanziaria, e che il deficit e il debito «possono mettere la ripresa a rischio». Gli Stati Uniti - ha detto - hanno bisogno di un «piano credibile» per la riduzione del disavanzo. «Il compito di sviluppare e attuare politiche fiscali pone delle sfide, ma affrontarle è essenziale. «La storia ci insegna che senza una politica fiscale sostenibile - aggiunge Bernanke - la vitalità economica ne sarà danneggiata, gli standard di vita ridotti e allo stesso tempo aumenterà il rischio di instabilità economica e finanziaria». L’obiettivo «della Commissione dovrebbe essere quello di delineare la strada della sostenibilità fiscale: la strada potrebbe includere scelte difficili, ma posticiparle e non rimettere i conti pubblici del Paese in carreggiata può causare danni addirittura maggiori all’economia». Prima di incontrare alla Casa Bianca i 18 membri della Commissione istituita per risolvere i problemi collegati al monumentale debito americano (1.400 miliardi nell’anno fiscale 2010, destinato a calare di poco nel 2011), ha parlato anche il presidente Barack Obama, il quale ha detto: per ridurre il deficit americano «è importante non fare marcia indietro sulle decisioni e mettere sul piatto tutte le opzioni», muovendosi in modo rapido per ridurre le spese ed evitare che «una montagna di debito» gravi sulle generazioni future. «Servirà il lavoro di entrambi i partiti», mettendo da parte la politica, ha continuato Obama.

E ancora: «È già in corso una grave crisi finanziaria, portata avanti da decenni di cattive abitudini fiscali a Washington». Il deficit attuale è stato provocato dal fatto che «Washington ha rimandato decisioni politiche difficili e ha evitato di dire verità scomode sulla natura dei problemi».

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