di Veronica Grimaldi
Juan les Pins - La passione di Bill Wyman, ex bassista dei Rolling Stones, è sempre stata, oltre che la musica, la fotografia. Ma la sua vita piena di gloria e di successi con gli Stones non gli ha lasciato molto tempo per praticare altre forme d’arte oltre alla musica. Nel corso dei suoi 30 anni di carriera con il gruppo Wyman ha viaggiato sempre con una macchina fotografica al collo esplorando l’arte della fotografia. Tutti questi scatti sono complessivamente quasi ventimila: dai Rolling Stones agli Who, da John Lee Hooker a John Lennon, da Bob Dylan a Elton John e BB King oltre a quelli degli artisti Chagall, Arman, César, che sono tipicamente rappresentativi di questa collezione unica. Tanto unica che quasi cento di questi memorabili scatti sono esposti in una rara mostra a Saint Paul de Vence, in Costa Azzurra, fino al 30 settembre. E per inaugurarla, Bill Wyman, che ha quasi 74 anni e ha lasciato la band nel 1993, ha anche tenuto un concerto eccezionale, pieno di rock e blues, il suo modo più sincero di ringraziare anche il Festival del Jazz di Juan les Pins che quest’anno ha festeggiato mezzo secolo di vita.
Bill Wyman, molte persone pensano che l’Italia sia la culla dell’arte, della musica e della cultura. E’ d’accordo?
«Io amo molto l’Italia in effetti, anche se non l’ho ancora visitata come desidererei, ho però capito che la gente è molto accogliente in qualunque posto si vada. E io ne ho girati parecchi».
Per lei la musica viene al primo posto, ma ha anche altre passioni. Perché proprio una mostra fotografica?
«Avevo chiesto al sindaco di poter fare una mostra in due luoghi della cittadina: uno nel quartiere dei miei amici famosi e l’altra in quello dei miei amici artisti che ho conosciuto qui quarant'anni fa. E ho voluto cominciare a fare questo a St. Paul de Vence. Ed è stato un vero piacere realizzare questa mostra ed esibirmi in concerto in una città artistica come St. Paul dove ho parecchi amici che vivono qui. E’ stata anche un’occasione per stare con loro che non avrei avuto esibendomi in un altro posto. Inoltre in questa splendida città ho conosciuto mia moglie Suzanne, tanti anni fa».
Quali sono le canzoni dei Rolling Stones che lei preferisce?
«Con la mia attuale band, anche in St. Paul de Vence, noi abbiamo eseguito due brani degli Stones: Melody e Honky Tonk Women».
Si ricorda la prima volta che incontrò Mick, Keith e Charlie?
«Incontrai per la prima volta Brian Jones, leader allora dei Rolling Stones, assieme a Mick Jagger e Keith Richards quando ci unimmo: nel dicembre 1962».
Dopo migliaia di concerti in tutto il mondo riesce ancora ad avere delle emozioni oggi quando si esibisce sul palcoscenico?
«Sì perché con la mia attuale band in ogni città in cui siamo stati abbiamo passato dei bellissimi momenti e suonato la musica per amore e non per fama o per soldi».
Il rock è sempre molto apprezzato: cosa pensa di fare in futuro per questo tipo di musica?
«Nella mia band attualmente suoniamo un rock leggero, come si aspetta il pubblico se ascolta i nostri cd o dvd».
Per cosa vorrebbe essere ricordato?
«Per il cinque per cento di Leonardo da Vinci che ho dentro di me. Quello che ha fatto fa si che io abbia avuto e abbia una grande varietà di progetti tra cui: la musica, archeologia, fotografia, astronomia, i ristoranti, scrivere libri e molti altri progetti».
Oggi cosa ama di più e cosa odia?
«Amo mia moglie Suzanne e la mia famiglia. I ho tre figlie: Katie (15 anni), Jessie (14), Matilda (12) e un figlio, Stephen. Io odio la fama mediocre, tipo: Grande Fratello, X Factor, e tutte queste cose per fare soldi fine a se stesse, dove non c’è talento. Non le ho mai guardate queste cose».
E nel futuro che cosa
«Io ho sempre molti progetti e idee per il futuro. Però preferisco mantenerli segreti fino a quando non li avrò realizzati. Vi terrò aggiornati appena li concluderò».
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