Stop alla pedofilia: le immagini proibite oscurate entro 6 ore

da Roma

La pedofilia si può battere. E si comincia da internet, il canale di diffusione privilegiato di materiali pedopornografici. Ieri il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni ha firmato infatti un decreto contro la pedofilia on line. Obiettivo quello di oscurare in modo tempestivo i siti on line che diffondono immagini e materiali pedopornografici. «Il decreto rafforza la lotta contro i contenuti pedopornografici e lo sfruttamento dei minori», spiega il ministro. «Internet è una straordinaria fonte di informazione e un motore dell'innovazione. Per difendere la libertà contro ogni tentazione di censura preventiva e generalizzata, peraltro impraticabile, occorre colpire in modo certo ed efficace chi ne fa un uso criminoso contro i bambini. Saranno proprio gli Internet Provider a collaborare con la Polizia Postale e delle Comunicazioni per oscurare i siti illegali».
La nuova norma, messa a punto con gli esperti della polizia Postale e delle Comunicazioni e che entrerà in vigore entro 60 giorni, si avvale infatti della collaborazione dei «distributori» che hanno un ruolo chiave in questa strategia e dovranno oscurare entro sei ore dalla comunicazione dell’esistenza di immagini proibite.
Con questo decreto, l'Italia si mette al passo con altri Paesi occidentali dove l'applicazione dei sistemi di oscuramento di siti internet è già in fase operativa: a volte sono gli stessi operatori a prendersi l'onere di oscurare i siti, come nel caso della Norvegia (Telenor) e del Regno Unito (British Telecom). In Germania sono invece le istituzioni locali a «staccare la spina» ai siti pedopornografici (e neonazisti), mentre negli Stati Uniti si lavora spesso su segnalazioni di scuole e librerie e istituzioni varie. E se la firma di Gentiloni rappresenta un passo avanti nella battaglia contro la pedofilia, certo è che la strada per vincere la guerra è ancora lunga. Perché se è vero che in alcuni Paesi l'oscuramento dei siti internet è una pratica già avviata, in altre nazioni c'è un atteggiamento di tolleranza verso chi mette sul web contenuti pedopornografici. «Il vero problema sono i provider esteri» scrive in una nota, Don Fortunato Di Noto, il prete che ha fatto oscurare migliaia di siti pedofili. Bisogna agire in sede Onu sensibilizzando i Paesi che hanno aderito alla convenzione di Ginevra sui diritti dell'infanzia e chiedere loro comportamenti simili. Alcuni Paesi europei, come è noto, hanno atteggiamenti di tolleranza pseudo culturale nei confronti del fenomeno, certo osteggiati dalla maggioranza dei cittadini, ma egualmente pericolosi».
Qualche dubbio sull’applicazione della legge lo sollevano poi i provider italiani chiamati a dotarsi nel giro di poco tempo delle infrastrutture indispensabili per rispettare il termine delle sei ore per oscurare i siti criminali. Infatti, il decreto del ministero delle Comunicazioni dispone in particolare che gli Internet Provider si dotino dei sistemi per oscurare i siti incriminati, secondo i requisiti stabiliti nel provvedimento stesso, entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale al livello minimo di «nome del dominio» ed entro 120 giorni dalla stessa data a livello di «indirizzo Ip». Ogni 6 mesi si procederà poi al controllo dei risultati ottenuti, alla verifica delle tecnologie adottate e della loro congruenza con gli obiettivi della legge.
Soddisfatto il ministro Rosy Bindi.

«Con il recente disegno di legge contro la violenza in famiglia abbiamo anche introdotto il nuovo reato di adescamento di minorenne attraverso internet e nuovi mezzi di comunicazione, che tutelerà proprio i bambini vittime di queste forme sempre più subdole di abuso sessuale».

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