Si chiama Eco1 ed è il nuovo impianto di depurazione delle falde acquifere creato all'interno dell'ex stabilimento Stoppani di Cogoleto nell'ambito dei lavori di riqualificazione dell'area dove sorgeva la ex «fabbrica della vergogna», la bomba ambientale che per decenni ha avvelenato indisturbata acque, terreni circostanti e un litorale, quello tra Cogoleto e Arenzano, dove ancora oggi le pietre sulla spiaggia, se capovolte, si rivelano di un colore giallo-fosforescente certamente poco rassicurante. L'impianto, che sostituisce un depuratore ormai obsoleto, servirà a purificare le acque interne alla fabbrica nell'intento di salvare la falda sottostante, dove sono stati rilevati livelli d'inquinamento da cromo esavalente 6mila volte superiori ai limiti. Il nuovo macchinario, che promette di depurare in un anno fino a 1.051.200 metri cubi d'acqua e fanghi grondanti cromo, è stato inaugurato ieri mattina all'interno dell'ex stabilimento alla presenza del Commissario delegato all'emergenza Stoppani ed ex Prefetto di Genova Annamaria Cancellieri, del presidente della Provincia Alessandro Repetto e dei sindaci di Arenzano e Cogoleto, Luigi Gambino e Attilio Zanetti.
Costato 2 milioni e 600mila euro, Eco1 è stato realizzato grazie a finanziamenti provenienti dal Ministero dell'Ambiente e dalla Regione Liguria, grazie ad un lavoro di sinergia tra Stato ed enti locali che il commissario Cancellieri non esita a definire vincente. L'opera è un record nel record: realizzata dalla ditta Servern Trent Italia che è riuscita a mettere in piedi, in meno di 150 giorni, un impianto tecnologicamente avanzatissimo, Eco1 permetterà, nell'arco di 12 mesi, di recuperare fino a 19 tonnellate di cromo 6, sostanza cancerogena solubile in acqua e per questo difficilmente intrappolabile, che altrimenti finirebbero disperse nell'ambiente. L'impianto tratta le acque sporche di falda, quelle derivanti dalla pulizia dei piazzali e quelle di lavaggio dei camion in uscita. All'interno delle vasche di reazione dove vengono pompati, i fanghi vengono mescolati ad alcuni reagenti che permettono di far precipitare il cromo 6 trasformandolo in cromo 3, non tossico e in forma di sali facilmente smaltibili. Una volta separati i cristalli di cromo dal liquame «un analizzatore automatico effettua le misurazioni finali dei livelli di ph, redox e cromo6 nell'acqua in uscita»: un solo valore fuori norma e il liquame automaticamente viene rispedito all'inizio del processo. «Quest'opera - ha affermato Annamaria Cancellieri - è una risposta efficiente e moderna che sostituisce un impianto, l'Eco 2, obsoleto e non adatto ad assolvere a un impegno che dovrà durare ancora anni». Insomma, il percorso è ancora lungo anche se c'è già chi pensa al futuro dell'area, come i sindaci delle due cittadine attigue. «Abbiamo già dato l'incarico per il piano urbanistico comunale - dichiara Attilio Zanetti, sindaco di Cogoleto - noi puntiamo sull'insediamento di attività produttive anche se al momento l'aspetto primario è la riqualificazione ambientale. Già entro il 2010 verrà bonificata buona parte della spiaggia di Cogoleto».
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