«Storace dimostrerà la sua innocenza»

Da una parte il sindaco Veltroni dice di «provare dispiacere personale per Storace», dall’altra l’ex presidente della Regione annuncia che chiamerà proprio Veltroni a testimoniare in Tribunale: «Dovrà spiegare perché l’anagrafe di Roma distribuiva come volantini certificati elettorali falsi per Alessandra Mussolini». È amareggiato ma più combattivo che mai, Storace, dopo il rinvio a giudizio per la vicenda Laziomatica.
Certo gli saranno di conforto le dimostrazioni di solidarietà, piovute da ogni dove. Maurizio Gasparri, An, è certo che «ne uscirà a testa alta»: «Saprà dimostrare la sua estraneità ai fatti». Stessa convinzione per Piergiorgio Benvenuti, capogruppo di An alla Provincia, e Marco Marsilio, capogruppo di An al Consiglio comunale, «certi che il processo dimostrerà l’assoluta innocenza di Storace e di Vincenzo Piso come già accaduto per Fabio Sabbatani Schiuma». Quest’ultimo, infatti, ieri è stato l’unico ad uscire di scena. Per lui il gup Enrico Imprudente ha dichiarato il non luogo a procedere: «Sono felice ma stanco, dopo anni di gogna mediatica», commenta ribadendo la sua vicinanza all’ex governatore del Lazio. «Solidarietà umana e personale a Storace di fronte agli attacchi concentrici di questi giorni» arriva da Donato Robilotta, capogruppo alla Regione dei Socialisti riformisti della Rosa nel Pugno: «Sono convinto che non perderà la voglia di lottare», afferma. Certo che «l’amico senatore saprà dimostrare la sua estraneità ai fatti» è anche Mario Landolfi, presidente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai. Solidarietà a Storace, «amico ed esponente di primo piano della politica italiana», è espressa da Alfredo Antoniozzi, coordinatore provinciale di Fi e deputato del Parlamento europeo: «Sono certo che si dimostrerà la sua assoluta estraneità a questa vicenda che del resto non scalfisce minimamente la sua dignità, costruita sul campo in anni di impegno al servizio dei cittadini». Nessun dubbio sull’innocenza dell’ex presidente della Regione per Teodoro Buontempo, An: «Lo invito a non farsi condizionare da accuse che hanno un sapore più politico che giudiziario. Spero, inoltre, che da questa ennesima ingiustizia Francesco possa trovare più rigore per la battaglia politica».
Di tutt’altro tono, ovviamente, le dichiarazioni di Alessandra Mussolini, la cui lista alle regionali del 2005 sarebbe stata danneggiata dalle incursioni informatiche all’anagrafe capitolina - a dir dell’accusa - istigate da Storace. «Che non accada mai più - sostiene il segretario nazionale di Azione sociale - e chi ha commesso questo deve pagare tutto, perché deve essere un monito per la democrazia, non tanto per me». Duro anche Esterno Montino, segretario Ds: «Mi auguro che Storace ed i suoi ex collaboratori riescano a provare la loro estraneità, ma un rinvio basato su quelle motivazioni di certo è assai pesante». «Il rinvio a giudizio di Storace - sottolinea Giovanni Hermanin, assessore al Personale all’epoca dei fatti - dimostra la validità della scoperta e della denuncia pubblica sull’incursione all’anagrafe. Si è trattato di un atto politicamente gravissimo». A replicare ci pensa Gianni Alemanno, commissario della Federazione romana di An: «La sinistra romana reagisce ancora una volta in modo scomposto alle notizie giudiziarie sul Laziogate.

Vedo che Montino, nonostante le denunce per diffamazione accumulate, non riesce a rinunciare del tutto allo sciacallaggio politico, dimenticandosi di essere di fronte ad un rinvio a giudizio e non ad una sentenza definitiva».

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