Daniele Petraroli
Dibattito acceso e poche certezze nella Casa delle libertà. Continua, infatti, la girandola di nomi dai quali uscirà lo sfidante di Veltroni nelle comunali della prossima primavera anche se qualcuno prova a tirare il freno a mano. «È ora di smetterla con il teatrino della candidature a sindaco - è sbottato ieri Domenico Gramazio di Alleanza nazionale - Nellultimo mese si è assistito a prese di posizione spiegabili solo con la voglia di taluni personaggi di avere un ritorno mediatico da questa vicenda, che, per il bene di tutta la Cdl romana, andrebbe affrontata con più serietà evitando candidature autocelebrative che si nascondono dietro la falsa bandiera delle primarie». Evidente il riferimento a Michele Baldi, consigliere comunale sempre di An, autopropostosi domenica come anti-Veltroni.
Ma nonostante tutto il totocandidato è andato avanti per lintera giornata tra proposte, controproposte e battibecchi. Nomi nuovi quelli di Storace e Follini che si vanno ad aggiungere a quelli di Baccini, Alemanno, Zichichi e Baldi per lappunto. Forza Italia, che proprio ieri su queste pagine per bocca del presidente romano Giampaolo Sodano avocava a sé il diritto di scegliere il candidato del centrodestra, punterebbe curiosamente su un esponente di uno dei partiti alleati. Così se Tajani ha proposto il neoministro della Salute Francesco Storace («Io non mi sono rassegnato a perdere e penso che ci voglia un candidato ben voluto dal partito, Storace lo sarebbe»), Luca Aubert, coordinatore nel XVII Municipio dello stesso partito, ha caldeggiato lidea Follini. «Sarebbe opportuno e utile puntare su un candidato leader dellUdc come Marco Follini - recita la nota di Aubert -. In questi anni lUdc non hai mai ottenuto candidature importanti a Roma e nel Lazio e lonorevole Follini in questo momento è senza incarichi di governo e quindi potrebbe mettere in campo la sua esperienza, la sua capacità amministrativa e politica dimostrata in tanti anni di militanza per affrontare una campagna elettorale che sarà dura e difficile». Un modo per tendere la mano agli alleati centristi, che non nascondono la loro insofferenza alla Cdl, o un tentativo di sparigliare le carte visto che da tempo lUdc parla di Baccini come uomo giusto per vincere a Roma? «Non è nemmeno da commentare - è la replica del capogruppo Udc in Regione Luciano Ciocchetti -. È ridicolo, ormai siamo a chi la spara più grossa. Non credo che Marco Follini abbia velleità di correre a sindaco di Roma. Sono due mesi, poi che abbiamo proposto Baccini. Ma è bene precisare che il ministro deciderà solo a settembre cosa fare. Comunque credo sia il caso di starsene tutti zitti per il momento. Ci rivedremo a settembre e decideremo insieme chi più essere la persona giusta per sfidare un sindaco forte come Veltroni».
Non solo schermaglie tra alleati comunque. Anche dentro la stessa An non cè identità di vedute. Così se da una parte il capogruppo di An al parlamento europeo Roberta Angelilli apprezza la proposta di Tajani pur con dei distinguo («Indubbiamente Storace sarebbe il candidato migliore. Tuttavia cè da ragionare non solo sulla persona da proporre ma anche su un programma»), dallaltra il vicepresidente del consiglio comunale Fabio Sabbatani Schiuma la considera una indebita ingerenza. «Tajani pensi al candidato di Forza Italia se ne ha uno - è stata la risposta di Schiuma - Provare con Zichichi prima e Storace poi equivale a rinunciare a una candidatura di partito». Il metodo delle primarie è invece il leit-motiv del capogruppo di An in Provincia Piergiorgio Benvenuti: «Non mi appassiona la roulette russa dei candidati a sindaco di Roma. Mi interessa invece il parere dei cittadini, per questo insisto sulle primarie e sul programma».
Cercano di placare gli animi, infine, il responsabile per la campagna elettorale di Forza Italia nel Lazio, Giorgio Simeoni, e il responsabile nazionale di Fi per i rapporti con il mondo cattolico, Francesco Giro: «Da settembre si svolgeranno degli incontri collegiali allinterno della Cdl per giungere alla scelta del candidato ma per il momento evitiamo il totonomine».
Se a destra è il marasma sul candidato da opporre a Veltroni a sinistra gongolano.
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