nostro inviato a Glasgow
Preparate gli accrediti, prenotate le prossime vacanze estive: l’Italia campione del mondo si guadagna con la lode del primo posto e il luccichio di un legittimo successo (il primo nella storia) in terra di Scozia, la meritata qualificazione a euro 2008. Gli azzurri sono primi nel girone, dopo una rincorsa a perdifiato. Mercoledì sera la chiusura canonica della vicenda con la sfida di Modena contro i pescatori delle Far Öer: diventerà la sera della festa e della conciliazione del calcio italiano dopo l’ennesima pena. Solo due clamorosi abbagli della terna spagnola (più l’assistente Gallardo che l’arbitro Mejuto, troppo democristiano nel dirigere) sottraggono agli azzurri un più rotondo vantaggio e mettono in forse il trionfo finale con un golletto (stoccata di Ferguson su presa discutibile di Buffon) maturato in netto fuorigioco. Tolto a Di Natale, nel frattempo, a metà della prima frazione, la rasoiata dello 0 a 2 che può mettere il silenziatore all’Hampden Park di Glasgow. I campioni di razza si vedono in queste circostanze: nessuno di loro perde la testa, nessuno di loro recita a soggetto, nessuno di loro commette qualche grave sfondone. Solo Chiellini, appena arrivato e utilizzato come terzo attaccante di sinistra al posto di Di Natale, si segnala per un episodio poco onorevole (reazione su uno scozzese che lo sgomita).
La partenza dell’Italia è una scarica elettrica per tutti noi e per quello spicchio di stadio avvolto nel tricolore (ci sono striscioni dedicati a Gabriele, «verità su Gabriele e ora ammazzateci tutti» il più polemico). Una trama, ben congegnata tra Zambrotta e Di Natale sulla sinistra, successiva a fallo laterale, consente al piccolo Totò di guadagnarsi un varco e di servire una palletta comoda comoda al centro dell’area per l’arrivo di Toni. Il suo artiglio lascia un segno indelebile sul lento difensore centrale e sul portiere, folgorato da quel destro che gonfia la rete.
Non è un fulmine a ciel sereno (in verità piove e il prato ne soffre col passare dei minuti), semmai è l’inizio di una magistrale prova di maturità e sicurezza della Nazionale che sembra giocare quasi a memoria. È vero, Camoranesi a destra non è egualmente efficace, è vero sulle prime Pirlo non indovina qualche percussione, ma il resto della squadra è una garanzia di forza, lucidità e maturità al servizio della strategia. Perciò c’è la possibilità, con gli scozzesi sotto choc, di chiudere la sfida prima del tempo. Con la stoccata di Di Natale, annullata ingiustamente da un assistente distratto per usare un eufemismo. E grazie anche a quella respinta di Pirlo, sulla linea, con Buffon battuto, sulla sirena dell’intervallo.
La Scozia si ripresenta in partita lungo i tornanti della seconda frazione inaugurata da una bella combinazione Panucci-Zambrotta. Mettono a disposizione tutte le loro qualità note: la corsa e la lotta. Nient’altro. Davanti perdono quasi tutti i duelli. E si annotano gli interventi risolutori di Barzagli e Ambrosini, tra i migliori del gruppo. Gli scozzesi si guadagnano un pareggio inatteso sugli sviluppi di una punizione: Ferguson, autore del tap-in decisivo, è in fuorigioco netto. Lo urla in tv Fabio Capello, lo segnalano gli azzurri (ieri in maglia bianca), lo ripetono Riva e Abete in tribuna d’onore. Niente da fare, il pareggio tiene in bilico la Scozia e lascia virtualmente l’Italia qualificata ma seconda nel girone. È come ricominciare a tessere la tela, rovinata da un sbrego. Ci vogliono altre virtù, a quel punto, per questa operazione complicata, mentre il ct Donadoni, dalla panchina, azzecca un paio di innesti, Iaquinta e Chiellini, che rappresentano una sorta di ricostituente per la squadra spolpata dalla fatica.
Nel gran finale, invece di rischiare il tracollo, ecco l’Italia. Che ha la forza per tentare e realizzare il decollo verso un altro volo, un’altra avventura calcistica, euro 2008. Sull’ultimo angolo di Pirlo, lo stacco di Panucci è prepotente. È il grido di battaglia della Nazionale campione del mondo.Alla fine dispiace per la Scozia, respinta sul filo di lana. Il pubblico di casa fischia i nostri eroi ma applaude i suoi.
Assistere alla sfida di ieri sera, ai canti e ai balli, provenienti dai nostri stadi, è come salire in cima a una montagna e respirare una boccata d’aria pura. Perciò bisogna essere doppiamente riconoscenti a Donadoni e ai suoi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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