Da una parte un entusiasmo febbrile stranamente vago (ah, la scaramanzia...). Dallaltra un perfido solletico molto molto concreto. Sono le due anime della città che si avvicina al derby (e siamo a meno tre) con umori simili. Perché una parte, quella biancoceleste, si nutre come un parassita delle speranze altrui cercando di papparsele tutte entro domenica sera.
Così i due quartieri generali, lontani dal centro cittadino ma mai abbastanza, ribollono di riti e miti. A Trigoria si cerca di pensare alla Lazio come a un avversario qualsiasi, si pesano i 31 punti di differenza (tanti, anche se il record con i tre punti sono i 38 registrati il 4 e l11 maggio 2008), si spera che la Juventus venerdì faccia un regalino rendendo meno grave perfino una sconfitta domenica, si corre con la mente a tutte le volte in cui il derby è stato vinto dai più forti contraddicendo la legge non scritta (ma negli ultimi undici derby effettivamente cinque volte ha vinto chi era indietro in classifica, tre chi era avanti, oltre a tre pareggi). Ieri a sintetizzare questo mix di sentimenti ci ha pensato il dirigente Giampaolo Montali, che ha partecipato alla presentazione del nuovo Romanista: «È chiaro che il derby è una gara importante. La sentiamo molto e ci siamo voluti arrivare preparati. Limportante è che sia una partita come tutte le altre, soprattutto pensando al prosieguo del campionato». Un modo per arredare il silenzio con del puro «calcese», anche se chi lo pronuncia arriva dalla pallavolo... Più espliciti i tifosi che si recano in pellegrinaggio alla nuova sede dello storico club della Roma nel quartiere Testaccio, dove in questi giorni si sta celebrando linsolito gemellaggio con i tifosi juventini, tanto ansiosi di strappare lo scudetto allodiata Inter da dimenticare la appena meno sentita rivalità con i giallorossi, che anzi incoraggiano in romanesco.
A Formello, invece, ci si carica ripensando al gesto di Francesco Totti che allandata, dopo una vittoria quanto meno rocambolesca, fece il pollice verso agli avversari augurando loro la retrocessione. Quella mimica è ancora stampata nella testa di capitan Tommaso Rocchi: «Siamo pronti, siamo pronti, la partita è importante, si sente, ma non cè nessuna paura, la tensione è quella giusta. Domenica non conterà la classifica né chi è più o meno forte, conteranno solo quei 90 minuti. Cè ladrenalina giusta, vedrete. Siamo pronti al biscottino».
Capitolo sicurezza. Già da sabato saranno organizzati servizi di perlustrazione allesterno dellOlimpico alla ricerca di eventuali corpi contundenti o altri strumenti pericolosi per evitare che vengano introdotti nello stadio.
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