Gli strappano «il Giornale» dalle mani: «Non ti vergogni?»

Dopo la donna aggredita a Roma, un altro lettore insultato da tre giovani perché leggeva il nostro quotidiano. I carabinieri lo dissuadono dalla denuncia. La solidarietà di Belpietro: «Non ci faremo intimidire»

Stefano Giani

Come nei tempi più bui. Dopo la recente aggressione di una trentenne romana che, nella metropolitana Ostiense, è stata aggredita da uno sconosciuto solo perché leggeva il Giornale, ora si replica. Il bis stavolta ha per cornice Cagliari. Qui Vincenzo Atzeni, 59enne restauratore di libri antichi, stava tranquillamente sfogliando il nostro quotidiano, seduto a un tavolino di un caffè, in una pausa di lavoro. Ebbene, proprio mentre leggeva un articolo sulle cronache post-elettorali, si sono improvvisamente materializzati davanti a lui tre trentenni che hanno iniziato a prenderlo a male parole.
Il gruppetto ha esordito strappandogli subito dalle mani quelle pagine e lo ha aggredito: «Non si vergogna di continuare a leggere questo giornale? Non ne ha abbastanza di Berlusconi e dei suoi ladri?». Atzeni non ha ricevuto percosse, ma è rimasto visibilmente scosso per l’arroganza di questi giovinastri, come lui stesso ha definito i protagonisti dell’aggressione e il loro comportamento. Atzeni ha avuto la forza di avvertirli che avrebbe chiamato i carabinieri: «In fin dei conti viviamo in un Paese democratico...» Ma qui doveva arrivare una nuova beffa. Forse la più cocente.
Una volta rintracciati i tutori dell’ordine ai quali ha spiegato di voler sporgere denuncia contro quegli sconosciuti, che lo avevano importunato e insultato, Atzeni si è sentito rispondere placidamente: «Ha testimoni? Se non ne ha, vale la sua parola contro la loro...». Qui, per il malcapitato artigiano, meraviglia e stupore sono andati al di là dell’immaginabile. «Certo che ne ho di testimoni - ha poi confessato Atzeni al Giornale - ma nessuno ha voluto prendersi la responsabilità di confermare il mio racconto. Ebbene sì, tutti quelli che erano seduti ai tavolini vicino al mio, mi hanno dato, per così dire, il loro appoggio, purché nessuno li coinvolgesse: “Sì, ha ragione ma se evita di metterci di mezzo...”». Al lettore sardo arriva invece la solidarietà di Maurizio Belpietro, direttore del Giornale: «L’aggressione subìta dal nostro lettore ci riporta ai tempi più bui, quando i nostri sostenitori erano costretti a nascondere il Giornale dentro altri quotidiani per non subire aggressioni. Se è così che si vuole pacificare il Paese, cominciamo bene. Per quel che ci riguarda noi non ci faremo di certo intimidire e mi auguro che anche i nostri lettori facciano altrettanto, segnalandoci ogni episodio di intolleranza, che denunceremo nelle sedi più opportune si apre un nuovo corso all’insegna dell’intolleranza. Ad ogni buon conto la nostra tradizione di libertà non verrà mai meno».
I lettori de il Giornale tornano a essere presi di mira, come è capitato alla simpatizzante romana di An, che ha ricevuto percosse e insulti davanti a distaccati passanti, nel bel mezzo del metrò.

Anche lei aveva in mano il nostro quotidiano, anche lei è un’affezionata lettrice di queste pagine, anche lei non aveva il minimo sospetto che mostrare le proprie idee, nella nuova Italia di Prodi, potesse essere sufficiente per procurarsi fastidi, insulti, sberle, dileggiamenti.

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