Stretta sulle candidature Il Pdl chiude le liste ai politici di professione

Chi non lavora non fa il consigliere comunale. Il progetto allo studio del Pdl è evitare i mantenuti della politica, chi si dedica ad amministrare la città non per passione ma perché in cerca di un mestiere. Insomma, sì a chi fa politica per spirito di servizio e no ai consiglieri che vivono di indennità e gettoni, in tutto meno di mille euro, e di altre prebende, e poi allo scadere del mandato, se non hanno abbastanza voti per essere rieletti, chiedono un posto al partito.
Il neo coordinatore regionale, Mario Mantovani, prepara una circolare con nuove regole per le candidature e la prima è che gli aspiranti consiglieri debbano vivere di reddito proprio. Seconda condizione è l’assenza di attività professionali connesse con il Comune: per fare un esempio, si vuole rendere impossibile la candidatura di imprenditori edili che lavorano in Comune. I candidati dovranno firmare un modulo di autocertificazione in cui attestano di essere in regola con queste norme definite di «delicatezza verso i cittadini».
C’è movimento in viale Monza in vista della campagna elettorale. «Siamo a settanta giorni dal voto e a quaranta giorni dalla presentazione delle liste. I sondaggi non ci soddisfano, dobbiamo assolutamente impegnarci tutti per la rielezione al primo turno del sindaco Moratti» spiega Mantovani. Al primo vertice del lunedì nella sede del partito (l’idea è di renderlo un appuntamento settimanale) si registra una certa animazione dei presenti, tra i quali il coordinatore cittadino, Luigi Casero, il coordinatore nazionale Ignazio La Russa e il fratello Romano, coordinatore provinciale, con il vicario Alessandro Colucci, il vicesindaco Riccardo De Corato, il senatore Giancarlo Serafini, l’onorevole Mariella Bocciardo, l’onorevole Maurizio Bernardo, il consigliere regionale Doriano Riparbelli.
Le nuove regole proposte da Mantovani diventeranno presto un modulo messo nero su bianco che i candidati si troveranno a sottoscrivere, appunto autocertificando la propria situazione reddituale e l’assenza di interessi legati ad attività del Comune. L’obiettivo - garantiscono dal Pdl - è evitare professionisti della politica, non certo escludere chi magari ha passione politica senza avere grande disponibilità di mezzi.
Mantovani e Casero hanno chiesto ai parlamentari lombardi di concentrarsi nella campagna, ciascuno con una propria delega. Non è esclusa l’ipotesi di una divisione a zone della città, con un rappresentante del Pdl a pattugliare ciascuna sezione elettorale. «Ci dedicheremo al territorio quartiere per quartiere» spiega Ignazio la Russa alla fine della riunione. «Il Pdl è tornato a rivivere: intendiamo garantire una presenza capillare dei candidati e animare i gazebo» promette Bernardo.
Nei corridoi filtra qualche indiscrezione sulle possibili candidature.

Massimo Buscemi, assessore regionale alla Cultura, vorrebbe sostenere Vincenzo Curia, legato a Domenico Pacicca, esponente della segreteria politica di Buscemi. L’uomo di Bernardo sarebbe invece Mimmo Iarossi, mentre Stefano Maullu sosterrebbe Pietro Tatarella. Non sarebbe tramontato il nome di Marcovalerio Bove, segretario del presidente della Provincia, Guido Podestà.

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