Sequestrata alluscita dellUniversità Cattolica da due sconosciuti, trascinata in una vicina, e non ancora identificata, area dismessa e violentata. È quanto ha denunciato una ragazza di 20 anni, per altro neppure alla questura di Milano, ma a quella di unaltra città della Lombardia dove vive. E solo oggi dovrebbe essere sentita dagli investigatori della squadra mobile che dovranno seguire il caso.
La vicenda, come si capisce, è ancora piuttosto oscura e piena di dettagli da chiarire. La ragazza, su non è stato aggiunto alcun particolare che la possa identificare, laltra mattina sarebbe uscita come tutti i giorni da casa, in una provincia lombarda. Dopo aver seguito le lezioni, verso le 14 sarebbe uscita e si sarebbe imbattuta in due sconosciuti. Non è ancora chiaro se italiani o stranieri.
Da questo momento il racconto si fa ancora più confuso. I due non avrebbero mostrato armi ma ugualmente sarebbero riusciti a convincere la giovane a seguirli in Largo Gemelli. Qui lavrebbero trascinata allinterno di una non meglio precisata area dismessa dove sarebbe avvenuto lo stupro.
Conclusa la violenza la ragazza sarebbe stata liberata. Ma lei invece di correre dalla polizia, la caserma SantAmbrogio è a meno di due passi, sarebbe tornata a casa. E solo in serata si sarebbe presentata alla questura della sua città per raccontare il fatto. E i funzionari, appena raccolta la denuncia, avrebbero girato tutto ai colleghi milanesi, competenti per territorio.
Subito il dirigente della mobile Vittorio Rizzi si è messo in contatto con la ragazza convincendola a incontrare gli investigatori per chiarire tutti i dettagli di una vicenda, come si capisce, dai contorni ancora da definire.
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