Politica

Stupri, ora in Romania temono il ritorno di troppi connazionali

E a Roma Alemanno annuncia battagliero «Vogliamo rimpossessarci della nostra città» e sentirxci di nuovo padroni a casa nostra»

Ci vorrebbe una pala da neve per spazzare via il gelo che divide ormai l'Italia dalla Romania. Ma l'inarrestabile escalation di furti, stupri e violenze da parte dei romeni, che nella capitale è emergenza vera come il traffico, sembra non interessare granché il governo di Bucarest. Per loro siamo solo razzisti, qualunquisti. E infatti, come se niente fosse, ieri il ministro degli esteri Diaconescu ha annunciato che la Romania «non rimpatrierà più cittadini romeni sospettati di crimini in Italia, ma solo coloro che sono stati già condannati». E, visti i tempi della giustizia italiana, c'è di che preoccuparsi per il rischio di carceri sovraffollate. L'inflessibile Diaconescu sarà a Roma lunedì mattina di ritorno dal Cagre di Bruxelles assieme al ministro degli Esteri Franco Frattini. I due discuteranno dell'escalation di violenza che ormai da almeno cinque anni vede coinvolti soprattutto romeni. Nel frattempo, dopo aver scaricato la responsabilità delle malefatte sulla comunità rom ora la comunità romena si vedono recapitare l'accusa dai risentiti stessi nomadi: «Noi stuprare? Ma se siamo poveri - annuncia il responsabile comunicazione del campo romano Casilino '900 - quelle cose le fanno i romeni, sono feroci loro...». E intanto nella capitale, dove già compaiono le prime scritte antiromene e si registrano raid punitivi anche il sindaco Gianni Alemanno (che aveva affidato all'attrice Ramona Badescu la delega per i rapporti con la comunità romena d'Italia) sta perdendo l'aplomb di una volta e, in barba al politicamente corretto, annuncia battagliero, riferendosi alle ronde legalizzate dal parlamento: «Abbiamo intenzione di rimpossessarci della nostra città e sentirci di nuovo padroni a casa nostra».

Mica uno scherzo.

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