«Lo stupro va punito come un omicidio»

Proposta di legge della Lega: giro di vite sui recidivi, arresto anche per la sola minaccia

Manila Alfano

Equiparare il reato di violenza sessuale all'omicidio volontario. È questo l'obiettivo della proposta dei legge appena presentata dalla Lega, illustrata ieri in una conferenza stampa. «Alla luce dei tragici fatti di cronaca come quello di Biella - ha spiegato la responsabile di Giustizia del partito - dove una giovane donna è stata prima violentata e poi uccisa, dopo anni di molestie dal proprio carnefice, emerge con più forza la richiesta di maggior sicurezza da parte dei cittadini».
La Lega aveva già in passato sposato la politica della «tolleranza zero» per i reati sessuali, arrivando a proporre la castrazione chimica. Il coordinatore della Lega e ministro per le riforme Calderoli aveva parlato di «bonifica del Paese», riferendosi proprio all'introduzione della castrazione chirurgica.
Oltre all'equiparazione del reato di violenza sessuale con l'omicidio volontario, il testo prevede che nei confronti dell'accusato, che sia già stato condannato in precedenza anche con sentenza non ancora passata in giudicato, si possa predisporre l'allontanamento dalla residenza della vittima. E, nel caso in cui questa disposizione non venga rispettata, possa scattare l'arresto dai due ai cinque anni, oltre all'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere. Inoltre, il testo propone che in caso di minacce, si possa disporre l'arresto facoltativo nei confronti del sospettato. «Non si può continuare a considerare la violenza sessuale - spiega Carolina Lussana - un reato contro la morale. È un reato contro la persona che di fatto comporta un'uccisione psicologica della vittima, e come tale, a nostro avviso deve essere trattato». «All'inizio della legislatura - spiega la responsabile della Giustizia della Lega - avevamo presentato una proposta di legge sempre contro la violenza sessuale che proponeva però la castrazione chimica dell'individuo. Ma questa misura, per quanto adottata in moltissimi Paesi anche europei e invocata a volte dalle stesse vittime, in Italia è considerata ancora oggi un tabù. Noi sinceramente questo non lo capiamo, anche perché ci sono dei casi, come quello dei pedofili, in cui potrebbe essere davvero la soluzione migliore.

Speriamo che questa legge possa essere approvata in tempi rapidi, visto la gravità dei fatti di cronaca e i dati allarmanti che ci arrivano». Secondo recenti stime infatti, le violenze nei confronti delle donne sono tra le prime cause di mortalità, ancora prima di incidenti e malattie.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica