La tegola sulla giunta Pisapia arriva mentre il sindaco detta sentenze sul caso Lombardia. Le inchieste sulle presunte tangenti a consiglieri e rappresentanti dell’aula regionale? «Ne penso malissimo, quando ci sono segnali così preoccupanti sarebbe un segnale di serietà e attenzione alla legalità tornare alle urne». Non passa un’ora e le agenzie anticipano l’inchiesta dell’Espresso sull’affaire Sea. Il settimanale rivela di un fascicolo aperto dalla magistratura milanese sulla vendita del 29,75% degli scali a F2i a dicembre e di un’intercettazione in cui il patron del fondo, Vito Gamberale, avrebbe chiesto un bando «su misura». Alle 16.30 in consiglio comunale scoppia la polemica: il Pdl avvia l’iter per l’istituzione di una commissione d’indagine interna sulla gara, e chiede la convocazione di tre commissioni urgenti, una con l’audizione dell’assessore al Bilancio Bruno Tabacci che «ha diretto - ricorda il capogruppo Carlo Masseroli - quell’operazione e sta cercando di vendere la seconda tranche di Sea», una con un esponente di F2i e la terza con i sindacati dei lavoratori. Anche ieri, sigle in piazza contro la seconda dismissione, il sindaco ha incontrato una delegazione nel suo ufficio. Silenzio invece sulla vicenda. Masseroli legge in aula l’articolo dell’Espresso e affonda, «non noi ma un giornale di sinistra inizia a fare chiarezza su una vicenda torbida, la denunciamo da mesi anche se non abbiamo presentato esposti. Il sindaco riferisca. E ora se si va a una seconda vendita, stop a spezzettamenti: si venda il 53% con una grande gara internazionale e non frettolosa come a dicembre». Anche la Lega sulle barricate: «O lunedì il sindaco viene in aula a chiarire sul pregresso e a presentare i piani per Sea, o bloccheremo i lavori del consiglio - avverte il capogruppo Matteo Salvini -. Ci sono in ballo il futuro di 5mila lavoratori e centinaia di milioni, è un insulto ai cittadini apprendere dai giornali cos’hanno in mente di fare, o hanno già fatto, Pisapia e l’assessore al Bilancio. Peraltro, chi ha votato Tabacci? Non si è candidato e non rappresenta il popolo arancione».
Imbarazzo nella sinistra radicale. Il presidente dell’aula Basilio Rizzo rivela che mesi fa fu contattato da F2i per un incontro ma «rifiutai, non mi sembrava opportuno prima della gara». Per quanto attiene all’aula «non ho nessun problema, tutto è avvenuto nella trasparenza, ben venga se la Procura indaga e fa chiarezza». Ma «a maggior ragione si moltiplica la mia fermezza contro una nuova cessione, avevamo promesso ai lavoratori di non scendere sotto il 51% e non dobbiamo tradire la parola»». Se comunque «tutti insieme dovessimo andare verso questa strada, allora meglio mettere a gara non il 25 ma il 51%, tenendo solo il 2% e la golden share. O F2i partirebbe avvantaggiato invece dovrebbe essere una partita in cui tutti partono da zero, nessuno “vince facile“. Nessuno si sogni di comprare il 20% senza pagare il premio di maggioranza». La capogruppo del Pd Carmela Rozza risponde alla provocazione di Masseroli leggendo in aula un articolo che riassume le inchieste giudiziarie al Pirellone. Rassicura i milanesi, «nessuna gara è stata fatta su misura», ricorda «diversi vincoli chiesti da F2i e non accolti, dal potere di veto sulla scelta dell’ad alla quotazione».
"Subito la commissione d’inchiesta"
Esplode il caso Sea in aula, il Pdl chiede una verifica interna. Basilio Rizzo: "Fui contattato da F2i"
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