«È una bruttissima esperienza. Fa caldo a queste profondità. Non cè acqua. Ho molta fame e molta sete. Ho la sensazione che mangerei qualsiasi cosa», ha raccontato Kabonga, 24 anni, da 18 mesi alla miniera. Un collega di 32 anni, Innocent, parla di «un enorme incubo». «Non credevo che ne sarei uscito vivo. Non avevo mai provato niente del genere. Sono così stanco, affamato e ho molta sete. E sono anche arrabbiato».
Le parole di chi è già uscito (è il caso di dirlo) da un soffocante inferno a 40 gradi e quasi senza luce servono meglio di qualsiasi descrizione a raccontare quello che è successo alla miniera doro di Elandstrand, nei pressi di Carletonville, Sud Africa. Dove ieri sera si sono concluse felicemente le operazioni di soccorso per riportare in superficie gli ultimi 450 minatori rimasti intrappolati mercoledì sera a 2.200 metri di profondità con altri 2750 compagni di lavoro a causa della rottura del cavo di un ascensore.
Tutti i minatori tornati liberi sono in buone condizioni, salvo pochissime eccezioni: ci sono stati fin qui due ricoveri in ospedale e tre persone hanno avuto bisogno di cure dopo aver perso conoscenza a causa del caldo e della disidratazione. Ma le loro condizioni non sono preoccupanti.
Dallalto i soccorritori avevano pompato giù aria fresca e acqua per dare un po di sollievo a quanti ancora attendevano il loro turno. Terribile e più difficile da sopportare è stata la lentezza con cui, giocoforza, sono avvenute le operazioni di salvataggio. Con lascensore principale inservibile, infatti, la risalita avveniva per mezzo di tre montacarichi di fortuna, ognuno dei quali era in grado di trasportare 25 persone. La risalita per coprire i 2200 metri che separano il fondo della miniera dalla superficie durava circa 30 minuti.
Alluscita dal pozzo, si è assistito a a scene commoventi: i colleghi aspettavano i minatori appena riemersi, sfiniti e coperti di polvere, offrendo loro da mangiare e abbracciandoli, prima che i servizi medici si prendessero cura di loro.
La direzione della Harmony Gold, la compagnia che ha in gestione la miniera di Elandstrand, era certa di riuscire a portare in salvo tutti i dipendenti rimasti bloccati entro ieri sera. E così è stato. «Sono sicuro al 100 per cento che tutti usciranno sani e salvi. Non sono per niente in pericolo», aveva dichiarato Stan Bierschenk, il direttore generale.
Ma lincidente di Elandstrand ha ovviamente riaperto la delicata questione della sicurezza nelle miniere doro del Sud Africa, principale produttore mondiale del prezioso metallo.
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